I giudici della prima sezione penale della Corte d'appello di Torino hanno assolto tutti gli imputati del processo sui 140 milioni di finanziamenti regionali erogati al Casinò di Saint-Vincent tra il 2012 e il 2015.
Erano accusati di truffa ai danni dello Stato: l'attuale consigliere regionale di Pour l'autonomie ed ex presidente della Regione Augusto Rollandin (difeso dall'avvocato Giorgio Piazzese), l'ex assessore alle Finanze Ego Perron (avvocata Corinne Margueret), l'ex amministratore unico della casa da gioco Lorenzo Sommo (avvocati Federica Gilliavod e Saverio Rodi), gli ex componenti del collegio dei sindaci Fabrizio Brunello (avvocato Claudio Maione) e Jean Paul Zanini (avvocato Andrea Giunti).
Erano accusati di falso in bilancio: Sommo, Brunello, Zanini e l'ex sindaca Laura Filetti (avvocato Andrea Giunti). Tutti gli imputati erano già stati assolti in primo grado dal gup di Aosta Paolo De Paola.
La Corte d'Appello ha assolto anche Luca Frigerio (avvocati Maria Chiara Marchetti e Cesare Cicorella), ex amministratore unico, che per falso in bilancio e truffa ai danni dello Stato era invece stato condannato in abbreviato condizionato dal tribunale collegiale di Aosta, presieduto dal giudice Eugenio Gramola, a 4 anni di reclusione e a un risarcimento alla Regione da 120 milioni di euro, oltre alla confisca di beni per la stessa somma.
''Sono molto contento del lavoro svolto - commenta l'avvocato di Augusto Rollandin, Giorgio Piazzese - è la conferma che la politica del presidente Rollandin ha sempre seguito l'interesse pubblico e il bene della Regione''.
Nell'udienza di maggio, invece, il procuratore generale di Torino Giancarlo Avenati Bassi aveva rinunciato all'appello per intervenuta prescrizione per l'ex assessore regionale alle Finanza, Mauro Baccega, attuale consigliere regionale di Forza Italia. Per lui, l'assoluzione per truffa ai danni dello Stato era così diventata definitiva due mesi fa.
“Letta la sentenza il dottor Luca Frigerio valuterà la possibilità di chiedere i danni per questa drammatica esperienza". E' quanto si legge in una nota degli avvocati Cesare Cicorella e Chiara Marchetti dopo l'assoluzione in Appello - "perché il fatto non sussiste" - di Luca Frigerio, ex amministratore unico del Casinò di Saint-Vincent.
"Dopo una clamorosamente ingiusta condanna da parte del Tribunale di Aosta a 4 anni di reclusione con confisca di 120 milioni di euro - scrivono i legali - il manager svizzero è stato riabilitato completamente. Ci sono voluti più di 7 anni durante i quali il danno che è derivato dalla condanna si è manifestato in tutta la sua dura crudezza".
«Sono anni ormai che alla fine di ogni processo commento con soddisfazione di essere felice perché assolto totalmente, con formula piena da ogni accusa, perché il fatto non sussiste. - afferma dal canto suo l’ex assessore Ego Perron - E ancora una volta è stato così. Anche per il penale sul Casinò si è dimostrato che il castello di accuse non esisteva è finito in un nulla di fatto. Per me questa è la quinta (sottolineo la quinta) inchiesta che si conclude con un’assoluzione totale. Soddisfatto ovviamente sì ma al tempo stesso amareggiato. Amareggiato perché sono stato accusato e processato per degli anni, ingiustamente, per fatti che non avevo commesso. Amareggiato perché queste inchieste hanno distrutto il mio percorso politico, precludendomi di continuare a far politica, di poter essere candidato, di poter essere eletto. Amareggiato per il dolore e i costi, sotto ogni aspetto, che questo ha causato a me e a chi mi stava vicino. In uno Stato normale qualcuno dovrebbe rispondere di tutto questo. E invece nulla. In questo senso viva viva la riforma Nordio sul tema della giustizia, anche per ciò che riguarda la pubblicazione delle intercettazioni. Io su questo, per ciò che mi è successo, avrei molto da dire. Ho avuto danni, sottolineo danni, economici, lavorativi, umani, politici. Una ingiustizia totale che uno Stato che funziona non dovrebbe consentire. Nel merito del processo conclusosi martedì la vicenda giudiziaria del casinò è stata lunga e complessa, una inchiesta contabile e per alcuni di noi anche penale. Rimane, dentro di me, la certezza di aver operato bene e di aver fatto delle scelte giuste per la collettività. Se in quegli anni non avessimo finanziato e aiutato il casinò tantissime famiglie avrebbero perso il lavoro, l'azienda e tutto il suo indotto non sarebbero sopravvissute e avremmo fatto un danno complessivo alla regione. Incredibile aver pagato un prezzo così alto - conclude Ego Perron - per aver cercato di fare del bene alla regione e di aver operato correttamente nel rispetto delle leggi».