Quartiere Cogne, «mollano» pure i volontari Gruppo di lavoro in Consiglio comunale

Data pubblicazione 29 Giugno 2019
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Dopo oltre 15 anni di attività «sulle strade» del Quartiere Cogne di Aosta, chiude i battenti l’Associazione Quartiere Possibile presieduta da Letizia Patrizi. E' la stessa presidente a motivare la decisione di lasciare: in questi ultimi anni il numero di volontari attivi è rimasto invariato mentre sono cresciuti gli impegni per sostenere le tante attività avviate dall'associazione. Inoltre sono venuti a mancare fondi regionali e comunali a fronte dell'aumento di spese per le manifestazioni e per gli eventi socio-culturali dovuto alla circolare Gabrielli sulla sicurezza. Infine Letizia Patrizi punta il dito contro la scarsa partecipazione agli eventi da parte degli abitanti del quartiere. Sarà ora l'Associazione Culturalmente Aosta a portare avanti alcune delle iniziative intraprese negli anni dall’Associazione Quartiere Possibile.

Del Quartiere Cogne, dopo i recenti fatti di cronaca, naturalmente si è parlato anche nella seduta del Consiglio comunale che si è tenuto nei giorni scorsi. In particolare il Consiglio ha preso l'impegno - d’intesa con il sindaco Fulvio Centoz - di riunire un gruppo di lavoro tra i consiglieri per elaborare un ordine del giorno da approvare nel consiglio di luglio. A questo si è arrivati nell’ambito della discussione di una mozione proposta - e poi non messa ai voti per l’intesa raggiunta - da Loris Sartore, capogruppo di Rete Civica.

«Il Comitato per l'Ordine Pubblico aveva evidenziato che Aosta non si trova in una situazione di emergenza, - ha detto Loris Sartore - ma ha chiesto misure adeguate a contrastare la micro criminalità e la criminalità organizzata; soluzioni che vadano oltre la contingenza e affrontino i problemi con azioni strutturali e sinergiche».

Loris Sartore ha quindi lanciato la proposta di costituire un organismo «che veda coinvolti i diversi soggetti istituzionali e non, a vario titolo coinvolti nelle problematiche delle periferie cittadine, quali il Comune, la Regione (ciascuno nelle competenze attinenti alle politiche sociali, del lavoro, all'urbanistica, al commercio e allo sport), l'Arer, le forze dell'ordine, il Serd, la parrocchia e tutte le associazioni che operano nel quartiere».

«La sfida è trasformare i problemi in risorse, fare in modo che le periferie non siano più territori marginali - afferma Loris Sartore - ma diventino a tutti gli effetti parti vitali del tessuto urbano».