«Le moment est venu, il faut penser le “monde d’après”». E’ il titolo dell’editoriale di Claudio Albertinelli, segretario generale del Savt, pubblicato sull’ultimo numero de Le Réveil Social, il giornale del sindacato.
Claudio Albertinelli pone all’attenzione della politica le gravi conseguenze dell’emergenza sanitaria e chiede un intervento puntuale, e celere. Argomenti d’attualità all’indomani della Festa dell’Autonomia - ieri, venerdì 26 febbraio -, giorno in cui le celebrazioni devono andare per forza di pari passo con la progettualità per il futuro.
In particolare Claudio Albertinelli sostiene che la Valle d'Aosta sarà una delle regioni a pagare il «prezzo più caro» della crisi. «L'economia della nostra regione, soprattutto nel periodo invernale, ruota prevalentemente intorno al mondo turistico. - spiega il Segretario del Savt - Viste le nostre ridotte dimensioni, il turismo è quasi totalmente formato da persone che arrivano da fuori Valle e non può sopravvivere con i soli flussi interni. Le chiusure dei confini tra regioni e il blocco degli impianti sciistici hanno, in questo senso, sicuramente inciso maggiormente sulla nostra economia rispetto a quanto avvenuto in altre regioni che, vista la loro diversa dimensione e grazie ad un'economia maggiormente diversificata, hanno probabilmente subìto il problema in maniera più marginale e hanno potuto contare quanto meno su un minimo di turismo interno».
E’ necessario che la politica e le parti sociali si impegnino insieme per lavorare al «dopo crisi». E' iniziato questo percorso comune?
«Come Savt siamo profondamente convinti che il mondo dopo la pandemia sarà sicuramente diverso. - riferisce Claudio Albertinelli - In questo senso abbiamo approvato, all'interno del nostro direttivo confederale, un documento di proposte per immaginare quella che dovrà essere la Valle d'Aosta dei prossimi anni. Tanti sono i temi trattati: la sanità, il turismo e tutto quello che vi ruota intorno, l'agricoltura, la formazione, i trasporti, il modello economico sul quale si vuole investire e tanto altro ancora. Crediamo che sia fondamentale fare un patto tra tutte le parti sociali e l'Amministrazione regionale per condividere il percorso. Al momento le interlocuzioni in questa direzione sono abbastanza timide. Tutte le energie sono concentrate sull'emergenza. Il rischio è quello di farsi trovare impreparati per la ripartenza».
A un anno esatto dall'inizio dell'emergenza, cosa si poteva gestire meglio e cosa invece ha funzionato?
«La pandemia ha messo in luce tutti i limiti del nostro settore sanitario soprattutto sul territorio. - precisa il Segretario del Savt - Una delle sfide più importanti per la Valle d'Aosta del futuro sarà proprio quella di rivedere il modello sanitario territoriale, in particolare in quella che è la gestione degli anziani. Purtroppo ormai servono servizi sempre più sanitari rispetto ad un tempo quando era sufficiente l'aspetto sociale. Cosa non ha funzionato? Nessuno era preparato ad una situazione di questo tipo e quindi criticare diventerebbe troppo semplice e strumentale. Dopo le inevitabili difficoltà iniziali, le cose si sono abbastanza normalizzate. Quello che si poteva sicuramente fare meglio era prepararsi per gestire la seconda ondata. In questo senso ci sono state delle mancanze importanti, a partire dal non aver predisposto un ospedale Covid o comunque aver previsto una soluzione per gestire i pazienti. Questo ha creato un blocco sull'attività ordinaria dell'ospedale con enormi ed inaccettabili disagi per i cittadini».
Infine, in che modo la nostra autonomia può essere una risorsa nella gestione dell'emergenza sanitaria ed economica?
«La ricchezza inestimabile che ci garantisce la nostra autonomia è quella di poterci scrivere le regole da soli in alcuni ambiti strategici, senza dover dipendere da altri. La nostra possibilità di legiferare è una risorsa fondamentale nella gestione degli aspetti sanitari ed economici legati alla pandemia e soprattutto per gestire quello che verrà dopo. E' però evidente come sia fondamentale che al più presto torni ad essere operativa la commissione paritetica, - conclude Claudio Albertinelli - al fine di cercare di dare maggiore applicazione al nostro Statuto Speciale».