a cura di Isabella Sala indignatavda@gmail.com

Alta Marea…senza mare

Data pubblicazione 2 Luglio 2025
2 minuti di lettura

Analista politico, l’aostana Isabella Sala
è l’autrice di questa rubrica

Ancora una volta la Valle d’Aosta è solcata dalle maree degli aumenti dei prezzi.

Sembra di stare ai tempi in cui essere una regione di confine era davvero un disagio, passare i monti o scendere in pianura era un viaggio e allora certo che qualsiasi bene non prodotto in loco diventava più costoso.

Oggi però, nell’epoca della globalizzazione, dove costruiamo gasdotti sottomarini, voliamo con generi alimentari, spediamo beni di ogni tipo dall’altro capo del mondo, ha un po’ meno senso.

E’ come se fosse rimasta l’abitudine, sia per chi vende sia per chi compra, che in Valle d’Aosta tutto debba essere più caro, a prescindere.

E così, finché qualcuno, o venditori o compratori, non proverà a spezzare questa catena, ci sarà sempre un distinguo fra i prezzi “della Valle ”valdostani” e quelli del confinante Piemonte ed a seguire dell’Italia tutta, che resta uno dei paesi con il costo più alto del carburante.

Il prezzo al litro, a giugno, in modalità self service è salito di 4,7 centesimi, facendo segnare uno degli aumenti più alti d’Italia, con un dato peggiore solo in Sicilia. Il nostro pieno è così aumentato dai 2 ai 5 euro, a seconda dell’auto posseduta, di certo non poco. Per il gasolio siamo decimi in classifica, quindi sempre maglia nera, anche se non sul podio, con aumenti medi di 3,10 euro per un pieno.

Non voglio dire che sia tutto un capriccio dell’esercente, anzi.

Ricordiamo però, che se le fluttuazioni del prezzo dei carburanti dipendono in gran parte dalla quotazione Platts sul mercato internazionale (Il Platts è un’agenzia specializzata fondata nel 1909 con sede a Londra, che definisce il valore, in dollari americani, a cui una tonnellata di benzina o di gasolio può essere venduta dalle raffinerie), i distributori finali hanno la facoltà di agire sul proprio ricarico, tant’è che possono proporre sconti per attirare la clientela, e valutare la concorrenza. I margini non sono di certo elevatissimi, perché comprendono anche accise e Iva, ma un minimo margine di gestione esiste, tant’è che i prezzi variano da zona e da politica del distributore.

Perché non provare a lanciare un prezzo del carburante, dico coraggiosamente, più basso che in Piemonte e che in Francia, così che tutti vengano a fare benzina da noi?

La Valle d’Aosta, che si vantava nelle pubblicità di essere un’isola felice, dovrebbe ricordarsi che però non lo è veramente; occorre sottolineare infatti che la Sicilia, record di aumenti, è davvero un’isola e che ha il mare a separarla dal resto della penisola.