Terreni fertili senza contadini

Data pubblicazione 8 Gennaio 2025
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Analista politico, l’aostana Isabella Sala è l’autrice di questa rubrica

A settembre di quest’anno avremo le elezioni in Valle d’Aosta, l’anno è appena iniziato e mi sembra opportuno ricordare come da noi non ci siano donne in politica a sufficienza.

Lancio un appello quindi, alle donne perchè si occupino attivamente del proprio futuro, agli uomini che la smettano di pensare che governare sia un mestiere da maschi e alla comunità tutta che dia sfogo alla propria intelligenza emotiva, per fare spazio ad una dovuta, naturale, fisiologica parità di genere.

Siccome la qualità della vita delle donne, nella nostra regione, è scesa da un già scarso 14esimo posto fino al 35esimo, in un anno, invece che salire, continuando un trend negativo (nel 2022 era al 9 posto), è utile sottolineare che uno degli indici più bassi è proprio quello delle donne impiegate in politica.

Infatti, dopo Svezia e Finlandia, seguite dagli altri paesi nordici, in questi anni anche nazioni come Spagna e Portogallo sono salite nella graduatoria sulle donne occupate nella macchina dello Stato. In Italia purtroppo il trend non è questo, ma soprattutto fa specie che uno dei fanalini di coda tra le regioni sia proprio la Valle d’Aosta, più nordica che così non si può, confinante con la neo emancipata Francia, slegata da un’antica mentalità patriarcale.

D’altronde, in una Italia che ha da pochi anni riconosciuto il diritto di voto alle donne (era 1946), che da ancora meno ha introdotto leggi fondamentali per la libertà come il divorzio (1970) e l’aborto (1978) non si può pretendere una crescita culturale repentina. “Pole pole”, piano piano, si dice in Africa quando ci si muove sotto il sole cocente.

Dalla mia amata Vallée io però pretendo di più, se non altro per dimostrare al mondo che i montanari non hanno la mente chiusa dalla mancanza di orizzonte, né scavata nella pietra.

Mi aspetto quindi un’accelerazione nel campo femminile, perché le conosco le donne piene di grinta e voglia di fare che si aggirano per la nostra regione, sono donne forti e consapevoli, che non temono il freddo o la fatica, donne che crescono famiglie, che curano, ma sono anche donne che sognano, leggono, cercano prospettive. E sono soprattutto le prospettive che rappresentano un dovere sociale di cui tutti si devono fare carico, per le donne, per i giovani, per chi voglia trasferirsi in Valle d’Aosta e vederci un futuro.

Usciamo perciò dai soliti schemi e cominciamo a coltivare idee nuove: il terreno fertile lo abbiamo.