AOSTA (mpl) Tutta Italia ne parla, in Valle d’Aosta invece tutto tace. “Lo show dei preti” - valdostani possiamo aggiungere - è la video intervista di 80 minuti messa in rete giovedì 12 dicembre da Illumina Aosta che ha raggiunto le 440mila visualizzazioni e che ha ottenuto commenti di ogni tipo, dagli entusiasti favorevoli a coloro che non esitano a definire una vergogna i contenuti della trasmissione.
D’altronde l’obiettivo del brillante conduttore aostano Luca Dodaro è stato pienamente raggiunto, se la sua intenzione era quella di aprire un dibattito sulla figura moderna del prete, peraltro in una diocesi periferica come quella aostana.
Tra coloro che applaudono i 4 sacerdoti e la loro voglia di mettersi in gioco e altri che non hanno esitato a definirli individui “disgustosi”, il video condotto con ritmo super da Luca Dodaro ha raggiunto vette di ascolti mai prima toccati da Illumina Aosta, un prodotto molto più apprezzato fuori dalla nostra regione, come sottolinea lo stesso Luca Dodaro: “Mi sono ritrovato con una pagina che parla della Valle d’Aosta seguita prevalentemente da persone che non sono della Valle d’Aosta”.
I protagonisti - non sappiamo se autorizzati o meno dal loro Vescovo - sono stati (da sinistra verso destra per chi vorrà vedere il video su youtube) don Daniele Borbey (parroco di Introd, Valsavarenche, Rhemes-Saint-Georges e Rhemes-Notre-Dame), don Alessandro Valerioti (parroco di Saint-Denis, Chambave e Diemoz di Verrayes), don Jean-Claude Bizindavyi (parroco di Charvensod e Pollein) e don Diego Cuaz (parroco di Sarre e Chesallet).
Don Jean-Claude Bizindavyi, burundese e già viceparroco a Saint-Vincent, Fénis e Saint-Martin di Aosta, come lui stesso ha spiegato, ha sostituito nell’occasione don Nicola Corigliano titolare della parrocchia di Saint-Martin de Corléans che ha causa di un recente infortunio non ha potuto partecipare allo “show”.
Sinceramente dopo avere visto il video i sentimenti sono contrastanti ed appartengono alla sfera della sensibilità personale. Sia per noi, sia per i molti che, con pareri diversi, stanno commentando quanto è accaduto.
Certo che se la contemporaneità del messaggio della Chiesa è questa, condita di parole che non vorremmo ascoltare dai nostri figli, allora siamo scesi molto in basso.
Il conduttore Luca Dodaro è stato simpatico e bravo, il più equilibrato dei sacerdoti è apparso don Valerioti, come a sua volta don Bizindavyi è colui che è piaciuto di più per la spontaneità e per il costante richiamo alla religione e agli insegnamenti di Cristo.
Sono stati affrontati temi di attualità molto interessanti, questioni anche poco conosciute, ma il tono è stato troppo spesso sguaiato, tanto che la popolare trasmissione “Striscia la notizia” non ha esitato mandarne in onda alcuni spezzoni, definendoli “i simpatici preti di Illumina Aosta” ed assegnando loro - sabato scorso, 21 dicembre - il primo posto nella rubrica “I nuovi mostri”.
In effetti per molti utenti della rete la performance dei nostri 4 sacerdoti è stata qualcosa di mostruoso, soprattutto la parte dedicata ai funerali avrebbe potuto essere evitata, denotando un maggiore rispetto, quel rispetto che si ci aspetterebbe dai ministri di Dio nei confronti della morte e dei sentimenti dei congiunti.
D’altronde i 4 preti non hanno fatto che dimostrare la superficialità con la quale da tempo il clero valdostano gestisce i funerali, molto spesso senza avere nessuna conoscenza dei defunti e delle loro famiglie, una sorta di pratica amministrativa da sbrigare nel più breve tempo possibile e amen.
Il portale di informazione Silere non possum che si occupa della Chiesa cattolica ha espresso parole durissime nei confronti de “Lo show dei preti”. “La partecipazione di sacerdoti - si legge nell’articolo - non è certamente un problema, anzi. Ciò che stupisce, però, è che non vi è mai quel senso della misura e dell'opportunità che ci ricorda ancora una volta come la formazione all'interno dei seminari sia una cosa seria. Se alcune parti sono state anche divertenti, altre erano dissacranti. A volte qualcuno non riesce a comprendere la differenza tra "ridere con qualcuno" e il "ridere di qualcuno". Se la partecipazione ad un podcast diventa il modo per far ridere i giovani di persone, abbastanza ridicole, che salgono su un palco, ridono in modo sguaiato e raccontano la vita sacerdotale mettendo in evidenza esperienze ridicole vissute, questo non ha nulla a che vedere con l'evangelizzazione, il saper stare fra la gente e il modo sano di relazionarsi. Un altro aspetto preoccupante, che riguarda in modo particolare uno di questi sacerdoti ma è un modus agendi di diversi, è quello di utilizzare parolacce o termini sconvenienti. Il sacerdote deve essere un uomo che vive nel mondo ma non è del mondo. Per piacere non abbiamo necessità di utilizzare parole ed espressioni volgari. Per essere "accettati" dal gruppo non bisogna perdere sé stessi. Il titolo scelto, effettivamente, rispecchia l'intento: “Lo Show dei preti”. Uno show che poteva essere evitato.” Per concludere Silere non possum rivolge l’attenzione al vescovo di Aosta. “Monsignor Franco Lovignana forse dovrebbe porsi 2 domande sulla situazione della formazione permanente nella sua diocesi.”
Di tenore diverso l’articolo di Guido Mocellin apparso sul quotidiano L’Avvenire di sabato 21, che sottolinea come la puntata sia uno spettacolo di 80 minuti che conferma “tante cose sul ministero sacerdotale oggi in una provincia italiana e su come viene visto dal di fuori della comunità cristiana”, fotografando “il cambiamento difficile che è in corso e l’incertezza sul suo esito”. Per L’Avvenire “bravo Luca Dodaro, per la scelta e la gestione dei suoi ospiti; bravi ancor più i presbiteri, che tra candore, disincanto e realismo restituiscono una nitida immagine di fedeltà alla propria vocazione”.
Pareri opposti, secondo la libertà di interpretazione di ognuno di noi, che hanno già attratto centinaia di commenti, nel silenzio assoluto della diocesi di Aosta, catapultata alla ribalta nazionale da un video dal successo inatteso e per certi versi sorprendente.