AOSTA (qdn) «I vini eroici protagonisti dei brindisi dei cenoni per le feste di fine anno». Il Cervim (Centro di ricerca, studi, salvaguardia, coordinamento e valorizzazione per la viticoltura di montagna, in forte pendenza e delle piccole isole) rivendica il ruolo del settore in occasione del periodo dell’anno in cui vi è il maggior consumo di vino. «Quello della viticoltura eroica è un segmento in crescita - ricorda il Cervim - fra i consumatori italiani ed internazionali e fra i “winelover” alla ricerca di un vino dalle caratteristiche e peculiarità uniche».
«Ogni calice di vino eroico parla di territorio, di fatica del viticoltore, di una storia da raccontare. - sottolinea Nicola Abbrescia, presidente del Cervim - I vini eroici esprimono una grande qualità e identificano perfettamente il luogo di origine. La viticoltura estrema è sinonimo di biodiversità, basti pensare che il 90 per cento dei vini eroici è prodotto con vitigni autoctoni, quindi caratterizzati da terroir unici che segnano indelebilmente i profumi e i sapori. Per questo sono vini ideali anche nei giorni delle feste».
«Anche se i vini eroici a livello mondiale valgono solo il 5 per cento della viticoltura, il valore dei vitigni autoctoni non è calcolabile se parliamo di biodiversità e di vini che caratterizzano quel singolo territorio di produzione. - scrive il Cervim - Sono tutti quei vini le cui uve sono coltivate in pendenze del terreno superiore a 30 per cento, oppure ad un'altitudine superiore ai 500 metri, nelle piccole isole, o con sistemi viticoli su terrazze e gradoni».
«Continua a crescere il mercato dei vini estremi in Italia e all’estero: c’è voglia di nuovi vini ed il consumatore sta rispondendo in modo importante. - aggiunge Nicola Abbrescia - Si chiude un anno da ricordare per la viticoltura eroica e per il Cervim, che ci ha visto presenti in grandi appuntamenti, nella comunicazione e divulgazione, oltre a ricordare un Mondial des Vins Extremes da record, con la prima volta oltre i mille vini partecipanti da tutto il mondo».
Cervim: rinnovato spirito collaborazione con Aosta
«Il rinnovato spirito di collaborazione creatosi rappresenta un passo significativo verso un'azione coordinata per massimizzare i risultati e portare il messaggio dell'unicità della viticoltura eroica e della forza dei suoi protagonisti a un pubblico sempre più ampio». Lo scrive Nicola Abbrescia, presidente del Cervim, in una lettera inviata al sindaco di Aosta Gianni Nuti, «dopo aver chiarito il malinteso scaturito dal mancato coinvolgimento del Cervim ad alcuni eventi». «Ho avuto il piacere - prosegue Nicola Abbrescia - di presenziare agli approfondimenti dedicati al tema. L'evento si è svolto con grande successo, offrendo un'opportunità preziosa per discutere delle peculiarità della viticoltura estrema e dei valori che essa rappresenta. Come sottolineato dal moderatore Helmuth Kocher, i vini che sono prodotti in territori difficili hanno raggiunto una grande qualità e sono testimoni dei territori e della cultura da cui provengono. Hanno delle storie da raccontare: storie di sacrificio, di passione, di grande dignità. L'evento da voi proposto ha confermato l'importanza dell'unità degli intenti nel promuovere un patrimonio straordinario come quello della viticoltura estrema. Questo momento di dialogo siamo convinti che sia l'inizio di una cooperazione sempre più stretta con tutte le realtà del territorio ivi compresa l'Amministrazione comunale di Aosta».