Salta il rinnovo del contratto della Sanità, polemica tra i sindacati

Data pubblicazione 22 Gennaio 2025
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AOSTA (fci) Un “no” detto “per rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori che rappresentiamo, in coerenza con quanto sostenuto in 7 mesi di trattative, perché la proposta economica della parte pubblica era irriguardosa verso il personale, per il semplice fatto che la perdita del potere d’acquisto per l’inflazione del periodo 2022-2024, verrebbe recuperata sì e no di un terzo”. Così la Fp Cgil Valle d’Aosta - assieme a Uil e Nursing Up - commenta il mancato rinnovo del Contratto collettivo nazionale della Sanità a livello italiano - in una nota intitolata “Perché abbiamo detto no” - facendo proprie le istanze del sindacato centrale. I motivi del diniego, per la Cgil: “Perché le lavoratrici ed i lavoratori della Sanità che garantiscono la Salute dei cittadini e delle cittadine meritano rispetto. In particolare, in un contesto storico in cui anche la cittadinanza rivendica più efficienza del nostro Sistema sanitario nazionale, la soluzione passa dal riconoscimento di condizioni professionali e stipendiali decorose”. Per Eleine Krieger Garcia e Igor De Belli, Funzione Pubblica Cgil “ha detto ‘no’, non perché non voglia rinnovare il Ccnl, ma per conquistare un rinnovo più dignitoso, anche con la lotta se necessario”. La ricostruzione: “Cos’è realmente accaduto? - si legge - Quanto proposto sia dal punto di vista salariale che dal punto di vista del miglioramento delle condizioni di lavoro era insignificante, ma anche iniquo e settoriale e in alcune parti peggiorativo. Il balletto di cifre di questi giorni è fumo negli occhi, perché si tratta di valori medi lordi: la verità è che un aumento salariale del 6 per cento medio di fronte ad una inflazione nel triennio del 16 per cento, è inaccettabile”. “Nel contratto proposto vi erano inadeguate risposte in termini di revisione delle indennità professionali e sulla valorizzazione di carriera dei professionisti. L’inserimento della figura dell’Assistente infermiere così come proposto, avrebbe rappresentato un impedimento alla valorizzazione delle e degli operatori socio-sanitari. La proposta dell’inserimento di alcuni istituti contrattuali sull’orario di lavoro trasmetteva un chiaro messaggio alle lavoratrici ed ai lavoratori: se volevano guadagnare di più dovevano lavorare di più”. La Fp Cgil regionale ora “chiederà formalmente alla Regione Valle d’Aosta che promuova insieme alle altre Regioni la richiesta al Governo del reperimento delle risorse necessarie per un giusto rinnovo contrattuale”. Da parte sua la Cisl Funzione pubblica della Valle d’Aosta critica la scelta dei colleghi sindacalisti e spiega come siano stati “negati alle lavoratrici, ai lavoratori e ai professionisti sanitari aumenti, arretrati, indennità, diritti e tutele”. “Cgil, Uil e Nursing Up hanno fatto saltare il tavolo di trattativa per il rinnovo del Ccnl della Sanità Pubblica, negando ai lavoratori e ai professionisti della sanità le conquiste ottenute in mesi di negoziato e di pressing su Governo e Parlamento. - si legge nella nota della Cisl Fp VdA - È una decisione grave che tocca direttamente le tasche di chi ogni giorno garantisce il diritto alla salute dei cittadini”. “Il contratto che stavamo per firmare avrebbe garantito aumenti stipendiali del 7 per cento, pari a oltre 170 euro lordi al mese su 13 mensilità, insieme a ulteriori 90 euro annui pro capite per incrementare i fondi contrattuali. Tutte le indennità erano state rivalutate e aumentate grazie a specifici stanziamenti di legge. Inoltre, erano stati introdotti importanti strumenti per la sicurezza sul lavoro, come l’obbligo per le aziende di assumersi ogni onere di difesa legale in caso di aggressione al personale”. Ancora: “Il contratto prevedeva anche misure significative per la qualità della vita lavorativa: il riconoscimento del buono pasto in smartworking, l’introduzione sperimentale della settimana corta, la proroga delle progressioni economiche in deroga e nuove tutele per il personale in età avanzata. Tra le conquiste più rilevanti, avevamo impedito la disapplicazione dell’Oss senior, ampliato l’accesso all’area Elevata Qualificazione con la laurea triennale e garantito maglie più ampie per la libera professione extramuraria, oltre a garantire alle ostetriche le medesime indennità degli infermieri” spiega la segretaria generale della Cisl Fp della Valle d’Aosta Chiara Pasqualotto.

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