VALTOURNENCHE (ces) Con una comunicazione pubblicata lunedì scorso, 30 dicembre, sull'albo pretorio, il Comune di Valtournenche ha concesso il permesso alla Vico Srl per la costruzione del “maxi condominio” The Stone nel centro di Cervinia. L'edificio sarà di 8 piani: il progetto originario ne prevedeva 9: è stato rivisto e ha ricevuto il via libera dalla commissione edilizia. Il progetto è stato disegnato dallo studio di architettura “Peluffo & Partners”. Sarà 7 metri più basso - si parlava inizialmente di un’altezza di 30 metri - e, per i garage, avrà 1 solo piano interrato e non più 2.
Nel 2023 la costruzione era stata bloccata dopo che il Comune aveva richiesto 2 pareri legali che avevano sollevato alcune problematiche. L'impresa aveva quindi presentato le proprie osservazioni che gli uffici comunali non avevano ritenuto sufficienti, negando il documento necessario per poter procedere con l'esecuzione dei lavori. Il progetto prevede di beneficiare della “legge casa”, aumentando i volumi rispetto a quelli dell’edificio preesistente, l'ex Hôtel Fosson.
Contro la costruzione dell'edificio era stata avviata una petizione online che ha raccolto oltre 35mila firme. Un gruppo di residenti della zona ha inviato una lettera alla sindaca Elisa Cicco, accusandola di «avere svenduto in modo aberrante Breuil Cervinia, la sua storia e la sua identità, trasformandola, con questo gravissimo precedente, in terreno di conquista per le scorrerie di costruttori senza scrupoli e di spregiudicati, aspiranti archistar in cerca di disperati riconoscimenti».
L’architetto: “Maxi condominio? Una definizione risibile” «La definizione maxi condominio è ovviamente risibile rispetto a un edificio di 8 unità abitative (appartamenti). - ha dichiarato, Gianluca Peluffo, progettista di The Stone - La località di Cervinia è notoriamente un luogo devastato negli anni 70/80, dopo il breve periodo straordinario di architetti come Mollino e Albini, da edifici mediocri se non orrendi, giganteschi (quelli sì maxi condomini), che l'hanno resa famosa tristemente».
La Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Valle d'Aosta, nel parere riportato dall'architetto, scrive: «Considerato che fin dai primi anni del '900 Cervinia è stata configurata come “città di alta quota”, con edificato di varie fogge caratterizzato da volumi imponenti ma, soprattutto, è stata frequentata da architetti di fama nazionale ed internazionale i quali hanno prodotto architetture 'futuristiche' per l'epoca ma ancora attuali ed ormai diventate vere e proprie icone prese ad esempio nello studio dell'architettura di montagna. Ritenuto che la presente proposta progettuale si collochi idealmente in continuità con questa linea ancorché declinata nell'attualità tecnica, normativa e socio- economica, e stante anche l'eterogeneità edilizia del contesto circostante e di tutta la conca del Breuil, considerando anche che l'area di pertinenza dell'edificio di cui è caso, ad oggi è sostanzialmente satura, con lo sviluppo verticale sarà in parte liberata e, di fatto, restituita alla fruizione, ed atteso che il corpo di fabbrica, ad alta efficienza energetica, sarà ambientalmente sostenibile, non si sollevano obiezioni rispetto al progetto proposto in quanto - per composizione architettonica e tipologia - l'edificio risulterà sufficientemente inserito nell'ambito edilizio e paesaggistico».
In riferimento alla lettera destinata alla Sindaca di Valtournenche da residenti di condomini limitrofi dopo il rilascio del permesso di costruire, l'architetto Peluffo parla di «testi di sconosciuti proprietari di appartamenti vicini o altro che in maniere non verificate e quindi non attendibili, raccolgono firme ed esprimono pareri gravemente lesivi di professionalità e onorabilità di persone».
La posizione di VdA Aperta «Il grattacielo di Cervinia è un esempio del danno che sta causando il “piano casa” regionale quando la pianificazione del territorio non è gestita. - scrive in una nota Valle d'Aosta Aperta - Ricordiamo anche il condominio “vista mare” all'arco d'Augusto di Aosta e il grande condominio che si sta costruendo a Gressan, oltre ai numerosi interventi a Courmayeur. La responsabilità principale è in capo all'attuale maggioranza regionale Uv e Pd, ma non bisogna dimenticare che varianti ai piani regolatori, deroghe, utilizzo della volumetria condonata … sono tutte competenze in capo ai Comuni. Se poi i Sindaci concordano con noi che la legge Casa sia da cambiare o abrogare, hanno il diritto e il dovere di chiederlo alla Regione. A partire dal Comune più importante, quello di Aosta, che con l'assessore Sartore all'Urbanistica (in quota Rete Civica) dovrebbe farsi alfiere di una battaglia per un'immediata moratoria, almeno fino all'approvazione del nuovo Piano Territoriale Paesistico». «Il piano casa non ha più nessuna valenza ambientale o sociale, ma è diventato solo uno strumento di speculazione edilizia che con aumenti volumetrici fino al 35%, a vantaggio di pochi, sta pesando sia sui contribuenti - chiamati a pagare il potenziamento delle infrastrutture di urbanizzazione - sia sul paesaggio e l'ambiente. - prosegue VdA Aperta - Come Valle d'Aosta Aperta abbiamo più volte evidenziato il problema nel suo complesso. I Comuni non possono più limitarsi a dire che è colpa della Regione, devono riprendere in mano la gestione del territorio e farsi attori del cambiamento di una legge sbagliata e ormai fuori dal tempo dell'attuale crisi economica e climatica».