Comandante della Stazione dei Carabinieri di Morgex, è stato recentemente promosso luogotenente carica speciale

Davide Chessa, il maresciallo con i gradi cuciti sul cuore tra eroismo e supporto alle famiglie

Data pubblicazione 22 Ottobre 2025
Al centro il comandante della Stazione di Morgex, Davide Chessa, con i carabinieri Emanuele De Luca (a sinistra) e Ciro Carro
Al centro il comandante della Stazione di Morgex, Davide Chessa, con i carabinieri Emanuele De Luca (a sinistra) e Ciro Carro
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MORGEX (peb) Il comandante della Stazione dei Carabinieri di Morgex Davide Chessa, 53 anni, originario di Genova, è stato recentemente promosso luogotenente carica speciale. Ma quali sono le motivazioni dietro la scelta di dedicare la propria vita all’Arma? « Ho sempre coltivato questo sogno. - racconta Davide Chessa - Dopo il diploma da geometra ho lavorato per alcune ditte di consulenza esterna nel campo tecnico e assicurativo, ma sentivo forte la volontà di dedicarmi al sociale. L’Arma rappresentava perfettamente il mio ideale di impegno civico e di servizio verso gli altri. Sono l’unico nella mia famiglia ad aver intrapreso questa strada. È stata una scelta dirompente, non priva di timori, anche perché comportava un distacco da casa. Ho frequentato 2 anni di corso, uno a Velletri e poi a Firenze, tra il 1996 e il 1998. Nel 1997 ho prestato servizio a Tortona, durante l’emergenza dei sassi lanciati dal cavalcavia, come tirocinante. La mia prima destinazione è stata Courmayeur: avevo studiato francese e seguito un corso di specializzazione linguistica in una scuola di formazione dei gendarmi in Francia». Qual è stato il primo impatto con la nostra regione? «Conoscevo già la Valle d’Aosta perché amo la montagna. - afferma Davide Chessa - L’impressione è stata bellissima: un ambiente naturale quasi incontaminato. Mi sono sentito accolto, non solo dalle persone ma anche dalla natura stessa».

«Il nostro ruolo ora è di essere vicini alle famiglie e ai giovani»
Una volta si diceva che in un paese i punti di riferimento sono il Sindaco, il parroco e il maresciallo dei carabinieri: è ancora così? «Oggi i tempi sono cambiati: è importante guadagnarsi la fiducia dei cittadini per poterli aiutare, esattamente come possono fare il parroco e il Sindaco e, talvolta, anche il farmacista! - afferma Davide Chessa - Sono cambiati gli equilibri della famiglia, soprattutto in una comunità piccola come la nostra. C’è disequilibrio nelle relazioni sociali e oggi noi cerchiamo di mediare per trovare delle soluzioni con empatia, sensibilità e buon senso. Ricordo un aneddoto: una mamma è venuta a chiedermi aiuto perché la figlia non voleva più andare a scuola. Ecco, il nostro ruolo ora è di essere vicini alle famiglie e aiutare soprattutto gli adolescenti per gestire situazioni difficili ed essere utili alla comunità. Siamo un punto di riferimento e, dopo anni di lavoro vorrei aver lasciato l’impressione che sono una “persona” sempre disposta ad ascoltare, al di là della divisa ».

Una donna salvata e una truffa da 100mila euro sventata
Qual è stata la più grande soddisfazione della sua carriera e qual è, invece, un rimpianto? «Le soddisfazioni sono tante. - assicura Davide Chessa - Ricordo con particolare emozione un episodio del dicembre 2014: una donna anziana era caduta in un torrente a Morgex, dopo un volo di oltre due metri. Era svenuta e rischiava di annegare. Ricevuta la chiamata, chiudemmo subito la caserma e ci precipitammo sul posto. Con qualche peripezia mi buttai nel fiume e riuscimmo a trarla in salvo. Era incosciente e gelata, ma le salvai la vita. L’Arma mi riconobbe un encomio per quell’intervento, e ancora oggi vado a trovarla: è diventata un’amica. Un’altra recente soddisfazione è stata riuscire, con la mia squadra, a recuperare una somma consistente, circa 100mila euro, truffata a una persona di Pré-Saint-Didier. Con tempestività e lavoro di Polizia giudiziaria riuscimmo a bloccare i conti e restituire i risparmi di una vita. Ricordo la commozione di quella persona quando glielo comunicai per strada: mi sono emozionato anch’io. Poi ci sono le operazioni antidroga, la prevenzione dei furti in abitazione, ma soprattutto l’aspetto umano che deve necessariamente accompagnare ogni intervento. Il rimpianto è di non poter salvare sempre tutti. Ci sono dinamiche difficili, casi in cui non riusciamo a restituire serenità o fiducia. Non poter essere immediatamente presenti in ogni momento, giorno e notte, lascia sempre un piccolo peso dentro. Mi interrogo spesso su ciò che potevo fare in più: serve per crescere e “aggiustare il tiro” verso chi ci chiede aiuto».

«Sono stato promosso però mi sento sempre maresciallo»
Un commento sulla sua recente promozione: cosa significa per lei? «La promozione a Luogotenente Carica Speciale rappresenta il grado apicale del ruolo dei sottufficiali, il massimo raggiungibile. - spiega Davide Chessa - Continuo però a preferire che mi si chiami “maresciallo”: è un appellativo che mi appartiene, più vicino al contatto umano con le persone. È un grado che si raggiunge solo con tanta esperienza e sacrificio, anche a scapito del tempo dedicato alla famiglia, con notti di servizio e rinunce. Per fortuna ho avuto accanto una famiglia che ha saputo comprendere e condividere la mia empatia per questa professione così particolare. Il mio ruolo di Comandante della Stazione di Morgex, che comprende anche i Comuni di La Salle, Pré-Saint-Didier e Avise, rimane lo stesso: è il simbolo del legame tra lo Stato e la vita quotidiana dei cittadini. È comunque una grande soddisfazione: la carica è stata conferita ufficialmente a fine settembre e formalizzata da poco. È un riconoscimento che ripaga l’impegno di tanti anni di servizio ».

Arabella Pezza