Troppa burocrazia: Fausto Francisca al Congresso Asmel

Data pubblicazione 30 Luglio 2025
Fausto Francisca al Congresso dei sindaci Asmel
Fausto Francisca al Congresso dei sindaci Asmel
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BORGOFRANCO D'IVREA (ttm) Si è tenuto al centro congressi dell’Hotel Ramada di Napoli nei giorni scorsi il 36esimo Congresso nazionale dei sindaci Asmel, cui aderisce anche il Comune di Borgofranco.

«Non potevo mancare a questo congresso. - evidenzia il sindaco Fausto Francisca - Il nostro Comune è stato il primo punto e sede di Asmel del Nord Italia, una testa di ponte che ha diffuso dal Piemonte al Friuli il messaggio Asmel a favore degli oltre 4.600 Comuni aderenti, specialmente quelli più piccoli».

Asmel è l’associazione di Sussidiarietà e di Modernizzazione degli Enti Locali e delle loro aggregazioni, presieduta da Giovanni Caggiano e dal consigliere Arturo Manera (già vicepresidente dell’Associazione dei Piccoli Comuni d’Italia - Anpci), un centro con azioni volte alla modernizzazione dei servizi pubblici a favore dei Comuni, gravati oggi da troppe norme e burocrazia.

«Con 250mila leggi i Comuni non possono più andare avanti, l'80 per cento dei sindaci chiede la semplificazione» ha stigmatizzato Fausto Francisca.

Proprio sul tema delle norme, durante l’incontro è venuto alla luce il problema della costituzione delle Cer (Comunità energetica rinnovabile) da parte dei Comuni interessati. Attraverso le Cer, strumento che favorirà l’incremento di impianti a energia rinnovabile da parte di enti pubblici locali, privati cittadini, associazioni, enti del terzo settore e piccole e medie imprese, si cercherà di rispondere agli obiettivi di decarbonizzazione, sfida comune del territorio transfrontaliero italo-francese.

Proprio l’Unione Nazionale Comuni Enti Montani ha perorato la necessità della decarbonizzazione per evitare l’abbandono e la spoliazione delle aree interessate.

«La Cer cui afferisce Borfofranco d’Ivrea - ha sottolineato Fausto Francisca - non costa nulla. Rimane aperta la ripartizione degli incentivi: se la Cer è comunale decidono i Comuni, se la Cer è a maggioranza di società di capitale, decidono le società».

In Campania, nonostante la Regione abbia finanziato un contributo di 9mila euro per ogni Comune, le Cer stentano a decollare per i problemi sollevati anche dalla Corte dei Conti: un Comune non può perdere "il potere decisionale" nella costituzione e nella gestione di associazioni, fondazioni, cooperative, consorzi, poiché ciò negherebbe loro, e anche ai privati, di partecipare alla costituzione e alla gestione delle Cer stesse, qualora avessero la maggioranza di capitale.

«Questo principio, di fatto, se confermato, costringerebbe tutti i Comuni a motivare analiticamente il vantaggio di aderire a una Cer privata e non a una pubblica. - ha concluso Fausto Francisca Vedremo ora cosa potrà rispondere il ministero in merito a questo scenario».