Maglia sprint catch per Filippo Agostinacchio: niente Tour de l’Avenir ma qualche speranza per il Mondiale in Ruanda

Giro della Valle d’Aosta: il trionfo del belga Jarno Widar nel ricordo di Samuele Privitera

Data pubblicazione 30 Luglio 2025
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AOSTA (cex) Ancora una volta il Giro della Valle d’Aosta- Mont Blanc si è chiuso al Breuil e ancora una volta a trionfare è un belga di non ancora 20 anni che dopo il ritiro in altura 3 settimane ad Andorra con la nazionale, il “Tour de l’Avenir” ed i Mondiali in Ruanda passerà professionista. Jarno Widar della Lotto Developpement nel 2024 a non ancora 19 anni aveva vinto sia il Next Gen che il “Valle”, quest’anno dopo la Ronde de l’Isarc è caduto al Giro Next Gen alla penultima tappa ma si è riconfermato nella gara valdostana, vincendo le ultime 3 tappe al Gran San Bernardo, a Pont di Valsavarenche dopo il tappone ed a Breuil Cervinia.

Il suo è un record eguagliato di successi tappa con Valentino Fois, primo nell’edizione più “chiacchierata” nella lotta al doping nel 1995 ma Widar ha fatto poker il successo di frazione dello scorso anno. Il belga è anche il quinto corridore a vincere 2 volte il “Valle d’Aosta” dopo Ivan Gotti, Yaroslav Popovych, Marco Marzano e Fabio Aru.

Nelle ultime 2 tappe alle spalle di Widar è finito lo sloveno Jakob Omrzel, vincitore del Giro Under che ha chiuso 13esimo a 18’08”, dei quali 17’59” persi al Gran San Bernardo come coloro che sono saliti sul podio della corsa rosa con lui Luke Tuckwell e Pavel Novak, non partiti sabato da Saint-Pierre.

Da junior Jarno Widar è stato compagno di stanza di Samuele Privitera (salutato con una commovente cerimonia a Soldano nell’entroterra di Bordighera alla presenza di Axel Merckx, figlio di Eddy) ed ha dedicato a lui le sue 3 vittorie, dichiarando che appena potrà andrà in Liguria ad onorarlo.

Sicuramente un suo pensiero va anche al primo belga vincitore del “Petit tour” nel 1984 Luc Wallays, scomparso per cancro nel 2013.

Jarno Vidar ha conquistato anche il Gran Premio della Montagna e la classifica a punti. Nella generale secondo è stato il miglior 19enne, l’ecuadoriano Pablo Ramirez Torres che ha promesso di tornare per vincere la corsa in assenza del “cannibale” Widar, terzo il francese dell’Arkea Jean Loup Fayolle, l’ultimo a resistere sulle strade verso il Gran San Bernardo allo scatenato belga di Hasselt, seguito dai genitori come Wallays un tempo di casa nel quartier generale fiammingo dell’Hotel Florian di Nus.

Sicuramente il Giro della Valle d’Aosta, amputato della cronoscalata da Passy al Joux Plaine e dei 40 chilometri da Pré-Saint-Didier a Brissogne neutralizzati per lutto venerdì, è stato spettacolare, sempre con battaglia. De 135 partiti ne sono rimasti al Breuil 61, purtroppo senza il dorsale 57 di Samuele Privitera.

Nel tappone di sabato a Pont di Valsavarenche Widar ha controllato, primo a Champremier, per poi scattare nel finale, domenica è arrivato sotto la Gran Becca con lo sloveno della Bahrain Jakob Omrzel e l’irlandese Liam O’Brien della Lidl Trek, a 48 secondi il vicentino della Bardiani Matteo Scalco, poi l’ecuadoriano Ramirez Torres, con qualche problema per Fayolle 11esimo a 1’32.

In classifica generale Widar ha vinto con 3’50” su Mateo Ramirez Torres della EAE Emirates, 4’33” sul francese dell’Arkea Jean Loup Fayolle, 4’35 ” su l l’irlandese Liam O’Brien e 5’01 ” su Matteo Scalco, unico italiano nei primi 10, dopo il nono posto al Giro Next Gen.

Un discorso particolare merita, con un applauso per la sua crescita e maturazione, Filippo Agostinacchio. L’aostano ha messo nel mirino la prima tappa di Aosta, ha animato la corsa in salita e discesa sul Col d’Introd, portato via la fuga e poi vinto con uno scatto da campione a Pollein in corso Battaglione Aosta come Gianni Bugno al Giro del 1996 davanti al suo albergo. Poi ha pagato salato il conto nelle 2 tappe in salita (circa 47 minuti in 2 giornate) ma si è salvato dignitosamente, 41esimo a 55’12”, per poi andare ad aggiudicarsi nell’ultima tappa i 2 traguardi volanti di Pont-Saint-Martin e al ritorno Champerioux e conquistare la maglia degli sprint catch con grande vantaggio.

Però il commissario tecnico Marino Amadori non lo ha inseerito nel gruppo, già definito, per il Tour de l’Avenir con una squadra che cercherà di aiutare Lorenzo Finn per il podio ma una porta rimane aperta per il Mondiale in Ruanda, bisognerà andare forte a settembre.

Infine, molto si discute dopo l’incidente di Pontey, Gianni Bugno e Roberto Reverberi parlano di riportare le radioline per avvisare dei pericoli segnalati da radio corsa, Paolo Mei di vietare i manubri troppo stretti portando il limite dagli attuali 38 centimetri almeno a 46, in molti sottolineano l’agonismo folle sin dalle categorie Allievi. Il ciclismo è uno sport meraviglioso tuttavia da sempre con tanti rischi, le morti sulle strade non si contano più e bisogna intervenire e presto. Intanto il presidente della FCI Cordiano Dagnoni, in controtendenza con l’UCI, ha ripristinato l’uso delle radioline per gli juniores. Ci voleva la morte di un 19enne caduto contro una ringhiera in coda al gruppo dopo un dosso per fare questo? Il peggio è che a livello internazionale non viene recepito nulla di tutto questo.

Cesarino Cerise