IL DOTTOR MARCO ARNESE IN PENSIONE, LA SUA VITA IN VALLE D’AOSTA

«Da quando è arrivato il “dottor Google” è più difficile esercitare la nostra professione»

Data pubblicazione 12 Febbraio 2025
Marco Arnese con la figlia Stella, 33 anni, che vive e lavora a Candiolo, in provincia di Torino, e la nipotina Beatrice Gioiella che ha quasi 4 anni
Marco Arnese con la figlia Stella, 33 anni, che vive e lavora a Candiolo, in provincia di Torino, e la nipotina Beatrice Gioiella che ha quasi 4 anni
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INTROD (mes) Dopo un'esperienza durata oltre 25 anni come medico di famiglia (e da 35 anni presente in Valle d'Aosta) è andato in pensione a metà gennaio Marco Arnese, 68 anni, originario della provincia di Pescara - è nato nel piccolo paese di Bussi sul Tirino - ma ormai «valdostano d'adozione».

Il dottor Arnese iniziò a lavorare nella nostra regione nel 1989. Arrivò su consiglio di amici e colleghi che gli avevano consigliato di fare esperienza in una località di montagna, in Trentino Alto Adige o in Valle d'Aosta. Alla fine scelse la più piccola regione di Italia e la casualità iniziale si trasformò con il tempo in una scelta di vita.

La prima esperienza fu nella valle di Gressoney, come «medico dei turisti» nel lontano 1991. Agli iniziali 3 mesi, seguirono altre esperienze, per esempio svolse attività come medico fiscale. Fu anche direttore sanitario del carcere di Aosta, negli anni tra il 1991 e il 1995, fino all’inserimento, durato fino al mese di gennaio di quest’anno, come medico di famiglia nel Distretto 1 con un bacino di utenza di circa 1.600 mutuati nei comuni di Villeneuve, Arvier, Introd (paese dove risiede tuttora con la moglie Cristina Falco) e Valsavarenche.

«Ricordo che nei primi anni tra medico e pazienti c'era un rapporto più diretto e umano. - afferma Marco Arnese - Ci si conosceva di più, si aveva il tempo per approfondire le diverse situazioni cliniche dei pazienti. Inoltre, vi era un profondo rispetto nei confronti del medico. Ricordo un anziano signore che ogni volta che mi incontrava si toglieva il cappello. È uno degli episodi che mi è rimasto maggiormente impresso in tanti anni di professione e che più rappresentano il cambiamento delle epoche e la trasformazione della società.

L'informatizzazione di tante procedure mediche di certo ha segnato una grande evoluzione e per certi aspetti sicuramente un miglioramento nel nostro mestiere. Ma ora sono persino troppe le trafile burocratiche da seguire a discapito dell’aspetto umano del nostro lavoro, che dovrebbe essere fondamentale».

Uno degli aspetti più sconcertanti degli ultimi tempi della sua esperienza professionale - e che Marco Arnese non rimpiangerà - è legato all'utilizzo di internet da parte dei pazienti e la tendenza sempre più diffusa a cercare ogni tipo di informazione sui propri mali e sulle proprie, eventuali, patologie, cadendo in inevitabili tranelli.

«Da quando è arrivato il “dottor Google” per noi è più difficile esercitare la nostra professione. - prosegue il medico - Capita che i pazienti arrivino già con le loro idee sulle cause dei propri disturbi e addirittura già una diagnosi. Non è sicuramente facile lavorare così».

Quando è arrivata la possibilità del pensionamento, Marco Arnese ha avuto pochi dubbi, anche perché continuerà a portare avanti la sua professione, come ormai fanno in molti, privatamente in uno studio di Arvier dove si occuperà principalmente di prestazioni di diagnostica ecografica, ramo in cui si è specializzato negli anni. Nel frattempo avrà più tempo per dedicarsi alla sua grande passione: i motori. «Sono sempre stato appassionato di meccanica, fin da ragazzo, una passione che mi ha trasmesso mio padre che era tecnico della manutenzione», racconta il medico.

Inoltre avrà più tempo da dedicare alla famiglia, oltre alla moglie Cristina, la figlia Stella, 33 anni, che vive e lavora a Candiolo, in provincia di Torino e la nipotina Beatrice Gioiella che ha quasi 4 anni.

L’attenzione e la disponibilità verso gli altri (che dovrebbe sempre essere una prerogativa del medico) è comunque rimasta nel cuore del dottor Marco Arnese, tanto che a breve inizierà un'esperienza di volontariato in collaborazione con la Caritas. Insieme ad altri colleghi, tutti in pensione, presterà la sua opera a Pont Suaz nel nuovo Centro «Diritto alla salute». Per 2 giorni alla settimana, chi si trova in situazioni di indigenza o di difficoltà, può rivolgersi a diversi specialisti per visite, esami o per un consulto. Il centro dovrebbe entrare ufficialmente in attività nella seconda metà di febbraio.

Alessandra Merlo