AVISE (mye) Un obbligo di legge è diventato l’occasione per parlare con le persone più anziane, per riscoprire il nome più in uso per indicare i diversi luoghi. Così Avise conclude la ricerca sui toponimi di villaggi e località, approvando le ultime modifiche nel consiglio comunale di martedì scorso, 25 febbraio.
«La ricerca è iniziata nel 2020 - spiega il sindaco Nadir Junod - con Maria Romana Lyabel, che mi ha preceduto come sindaco, e con Teresa Milliery, l’esperta individuata dal Comune. Dopo 4 anni possiamo dire conclusa l’opera, compresi gli ultimi aggiustamenti appena approvati». La commissione che si è occupata degli studi fa capo al Brel ed è composta da Alexis Bétemps, Cristina De La Pierre, Saverio Favre, Daria Jorioz, Joseph César Perrin, Tiziana Vallet, insieme all’esperta Milliery e al sindaco Junod. «Per risalire ad alcuni nomi - continua Nadir Junod - abbiamo consultato le persone più anziane del paese, in particolare per luoghi come Bard, di cui esistevano un “sopra” e un “sotto” ma si riferivano sempre allo stesso alpeggio».
Alcune denominazioni popolari invece non si sono potute conservare. Per esempio, è emerso che Chef-Lieu in realtà è chiamato Avise, ma una località non può avere lo stesso nome del Comune. Oppure, non si può dare nome «stazione» al posto in cui, appunto, sorge la stazione ferroviaria, così si è risaliti al più antico Le Plantet. «Abbiamo trascorso molte ore a parlare con la gente - aggiunge Nadir Junod - ed è stata una bella esperienza ».
La commissione ha svolto la ricerca negli archivi comunali, sulla cartografia e la toponimia (dal Catasto sardo in poi), negli archivi della parrocchia e del Vescovado, e anche registrando le pronunce in patois. Ora, per ogni toponimo è stata realizzata una scheda dettagliata con le fonti di attestazione, sulle quali la commissione e gli esperti hanno ragionato per trovare le proposte più adatte. In certi casi è stato aggiunto un articolo, come per La Condémine, Le Frat-du-Milieu e Les Verrines. In altri casi il nome è stato tolto dalla lista: per esempio, La Chapelle des Roches e Le Moulin de Runaz sono nomi di edifici e non possono essere ufficializzati, così come La Marbrière che non è abitato. Invece è stato aggiunto Pierre-Taillé, che non compare nei documenti ma è un luogo abitualmente chiamato così.
«Abbiamo completato la ricerca a livello comunale. - conclude il sindaco Junod - Ora il fascicolo è affidato alla Regione per l’approvazione. Confidiamo che l’iter sia concluso entro il 2026. Pensiamo, nell’aggiornamento delle indicazioni, di aggiungere al nome ufficiale anche quello in francoprovenzale».
Elena Meynet