AOSTA (zgn) Da molte edizioni non si assisteva più ad una partecipazione così massiccia degli alpini valdostani all’annuale Adunata che, ogni anno, chiama a raccolta le penne nere. E’ facile immaginare che questo sia dovuto alla vicinanza di Biella, Città Medaglia d’oro alla Resistenza.
Ma poco importa, perché il presidente della Sezione Valdostana dell’Ana Carlo Bionaz, al termine della sfilata, ha dichiarato: «Non ho parole per esprimere la mia soddisfazione e la mia gratitudine a tutti. Mi hanno detto che abbiamo onorato il nostro Vessillo e non posso che essere felice».
Quando arrivano i numeri della presenza valdostana Carlo Bionaz non nasconde di essere orgoglioso: «Quaranta sindaci, 65 Gagliardetti, quasi 1.500 alpini che hanno percorso le vie della città. Mi sembra incredibile! Certo che se l’Ente pubblico ci desse le risorse finanziarie sufficienti potremmo essere pronti per ricandidarci di nuovo ad ospitare l’Adunata come nel 2003».
Biella ha fatto una figura superlativa con un’organizzazione fantastica e un comando operativo che non ha sbagliato un colpo. Bandiere tricolori ad ogni balcone, decine di chilometri di strade imbandierate, direzioni perfette, ospedali da campo con una assistenza sanitaria impeccabile e strade pulite.
E poi, ovviamente, tantissimi alpini, uomini, donne e giovani che per 3 giorni, da venerdì 9 a domenica 11 maggio, sono stati protagonisti di una pacifica e allegra invasione del territorio.
La sfilata degli alpini valdostani è stata scandita incessantemente dalle note della Fanfara sezionale diretta dal maestro Giancarlo Telloli e dagli applausi e dai saluti festosi di migliaia e migliaia di persone che per 11 ore sono rimaste assiepate lungo le transenne di un percorso di oltre 2 chilometri.
Applausi per il Vessillo retto dal capogruppo di Brusson Pierre Fosson e scortato dal presidente Carlo Bionaz e dal comandante del Reggimento addestrativo colonnello Alessandro Ianzini.
Accanto a loro l’onorevole Franco Manes capogruppo degli alpini di Doues, paese di cui è stato sindaco oltre ad avere ricoperto la carica di presidente del Celva, che era raggiante e si è fatto fotografare con la nutrita rappresentanza di fusciacche valdostane.
«Sono orgoglioso dei miei Sindaci, tra i quali tante donne con la fascia tricolore, - ha commentato Franco Manes - e sono fiero di quello che abbiamo saputo tutti rappresentare in terra biellese. Tra i nostri territori ci sono sinergie e valori simili. Siamo terre di montagna, fatiche e sacrifici. Abbiamo celebrato anche oggi le nostre tradizioni militari, lo spirito di solidarietà, l’impegno civile e la memoria storica».
In blocco hanno sfilato il vice presidenti vicario Bruno Pallua e i vice presidenti Edi Aymonod, Marino Colò, Gabriele Vaudan e Albert Joseph Betemps, i consiglieri e poi i gagliardetti della Sezione Valdostana dell’Ana.
Il servizio d’ordine ha contato 40 fusciacche e 63 gagliardetti, quasi come 2 anni fa in occasione della sfilata per il Centenario di Fondazione della Sezione. Ma allora si era ad Aosta.
Prima dello schieramento degli alpini hanno sfilato sui cuscini i cappelli di 4 Penne Nere “andate avanti” Silvio Cognein del gruppo di Gignod, Romano Faccenda del Gruppo Aosta, Stefano Rabaglio del gruppo di Issime ed Ernesto Gipponi del gruppo di Gressan.
Applausi e coinvolgimento della folla per lo striscione con la scritta “Ch’a Cousta L’On Ch’a Cousta Viva L’Aousta”, un rituale magico che si ripete ad ogni Adunata, rispetto e pensieri per quelli che ricordano i soldati caduti in tutte le guerre, per il Battaglione Aosta ed il Battaglione Monte Cervino, entrambi uniche Medaglie d’oro delle Prima e Seconda Guerra Mondiale.
Sono state stupende le Madrine (una ventina), tutte Amiche degli Alpini, che con la loro allegria e simpatia hanno raccolto applausi ed interminabili auguri per la Festa della Mamma!
«L’anno prossimo andremo a Genova e già si è messo in moto il meccanismo delle prenotazioni. - riferisce Carlo Gobbo, capogruppo dell’Aosta - I mesi volano ed è opportuno pensare in tempo soprattutto agli alberghi. Ma vorrei fare ancora una riflessione su 2 momenti particolari avvenuti a Biella.
Nei giorni precedenti la vigila dell’Adunata gli alpini erano andati nelle scuole per incontrare i bambini, parlando con loro, raccontando le loro storie, cantando con loro. Questo gesto umano che anche noi in Valle d’Aosta abbiamo fatto più volte è stato trasformato in un pretesto ideologico da qualcuno che ci ha tacciati di militarismo ed indottrinamento.
Ormai ci abbiamo fatto l’abitudine, sembra che non si attenda altro che l’Adunata per parlare a sproposito. Però ci dispiace, noi non facciamo politica, quando abbiamo il cappello in testa non ci schieriamo, perché il nostro cappello è simbolo di servizio e di appartenenza. Noi siamo sempre quelli che si mettono in marcia in caso di calamità naturali, crisi umanitarie, situazioni di emergenza. Siamo una forza silenziosa della nostra bella Italia che aiuta e che lavora.
Ecco perché non ci ha disturbato più di tanto l’episodio notturno in cui, alle note di un altoparlante che ha diffuso la canzone Faccetta Nera, hanno accomunato alcuni “alpini”, con la “a” minuscola! I perditempo ed i balordi della notte non ci appartengono, noi siamo persone per bene».