VALTOURNENCHE (qdn) «Nei 7 mesi trascorsi da quel sabato 29 giugno siamo passati attraverso ogni possibile stato d’animo: dalla paura alla speranza fino allo scoramento. Ora, però, ci sono la gioia e l’entusiasmo di ripartire». Ieri, venerdì 31 gennaio, il Bar Lo Yeti di Cervinia, devastato dall’alluvione dello scorso mese di giugno, ha riaperto le porte ai suoi clienti. Un momento speciale, una luce alla fine di un lungo tunnel. Di quel sabato 29 giugno, il titolare Maurizio Bruzzone ricorda ogni dettaglio.
«Quella sera si era giocato l’ottavo di finale degli Europei dell’Italia contro la Svizzera. - racconta - Intorno a mezzanotte la maggior parte delle persone ormai era andata via e stavamo per chiudere. Noi siamo in via Bich, abbiamo il torrente proprio di fronte e sentivamo un rumore sempre più forte, un fracasso di sassi e materiale trasportati dalla corrente. Non avevamo mai visto l’acqua così vicina agli argini e abbiamo capito che sarebbe potuta uscire e così è avvenuto intorno a mezzanotte e mezza, l’una di notte. Il nostro condominio è stato rapidamente circondato dall’acqua. Abbiamo aperto i tombini che all’inizio hanno “tirato” bene ma poi è arrivata con troppa violenza e non è più bastato. Il bar, che è interrato, è stato invaso da 2 metri di acqua. Noi siamo saliti al piano superiore e lì siamo rimasti. Il giorno dopo l’acqua ha iniziato lentamente a defluire ed ha lasciato un metro di fango sia all’interno dei locali che all’esterno ».
«I volontari sono stati magnifici. - prosegue Maurizio Bruzzone - Sono arrivati ragazzi del posto, amici, conoscenti ma anche persone mai viste a dare una mano: con secchi e pale abbiamo formato una catena umana e lavorato per 15 giorni per pulire tutto».
A quel punto, però, restavano i danni. «Una volta tolto il fango, ci siamo resi conto che era tutto da rifare, a cominciare dagli impianti idraulico ed elettrico fino all’arredamento. - continua il titolare - Tutti i macchinari elettrici ed elettronici erano danneggiati irreparabilmente. Complessivamente abbiamo speso oltre mezzo milione per ripristinare tutto. Da queste situazioni puoi venirne fuori solo se hai qualche risorsa da parte e se hai accesso al credito, in modo da pagare e sperare poi in qualche forma di rimborso, altrimenti finisci a gambe all’aria».
«Di fronte a questo tipo di calamità naturale le assicurazioni private si chiamano fuori. - dice ancora Maurizio Bruzzone - Le istituzioni, dal canto loro, sono state presenti: nei giorni dell’alluvione tutta la Giunta regionale è venuta su al completo e ha anche svolto una seduta a Cervinia. A parole hanno sempre confermato la loro disponibilità ad aiutare e non ho motivo di credere il contrario. Certo che sui rimborsi al momento non ho ancora certezze: ho comunque provveduto a compilare dettagliatamente nello scorso mese di ottobre tutta la documentazione che la Regione mi ha chiesto e naturalmente spero in un esito positivo. Nel frattempo è stata organizzata anche una raccolta di fondi che ha riscosso grande successo: non ci siamo mai sentiti soli, anche se abbiamo passato momenti difficili».
Per Maurizio Bruzzone, sua moglie Miryam Meynet e i figli Davide e Davory c’è anche un altro motivo per festeggiare; con la riapertura Lo Yeti - che la famiglia Bruzzone aprì nel 1984 - può finalmente festeggiare i suoi 40 anni. «Avremmo voluto riaprire per le festività natalizie ma alcuni ritardi con i fornitori non ce l’hanno consentito. - conclude Maurizio Bruzzone - Ripartiamo adesso, a metà stagione, ma siamo pieni di entusiasmo!».
Daniel Quey