Uno studio della società Althesys: “Ogni euro di contributo pubblico ha moltiplicato il valore per 6 volte”

Dagli impianti a fune ricadute per 356 milioni di euro sul territorio valdostano: è il 7,6% del Pil

Data pubblicazione 30 Novembre 2024
La presentazione dello studio giovedì scorso, 28 novembre, nella sede di Finaosta
La presentazione dello studio giovedì scorso, 28 novembre, nella sede di Finaosta
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AOSTA (ces) Il “valore generato” dagli impianti di risalita delle società controllate da Finaosta ammonta a 6 volte i contributi stanziati dalla Regione per il settore negli ultimi 3 anni. Gli impianti, dunque, sono un motore per l'economia valdostana, creando valore condiviso nel territorio con un forte effetto moltiplicativo. È quanto emerge dall'analisi delle ricadute socio-economiche in Valle d'Aosta delle società Cervino, Courmayeur Mont Blanc Funivie, Funivie Monte Bianco, Funivie Piccolo San Bernardo, Monterosa e Pila.

Lo studio è stato condotto dalla società Althesys Strategic Consultants e ha riguardato il “valore condiviso”, un valore che differisce da grandezze come fatturato e giro d'affari perché ha l’obiettivo di misurare il benessere generato, direttamente e indirettamente, per l'intero sistema socio-economico nel quale si svolgono le attività.

Complessivamente, ammonta a 356 milioni di euro (l’equivalente del 7,6% del PIL regionale del 2023) il valore condiviso creato dagli impianti a fune valdostani nella stagione 2022-2023. Di questi 356 milioni (pari a 2.892 euro per ogni residente in Valle), 92,2 milioni sono le ricadute dirette delle attività sul sistema socio-economico, 158,2 milioni riguardano le ricadute indirette sul resto della filiera, e i restanti 105,4 milioni rappresentano le ricadute indotte dai consumi, dagli investimenti e dal gettito fiscale sull’economia.

«Ciò significa che 1 euro di ricavi degli impianti di risalita genera 3 euro di valore condiviso sul sistema economico valdostano - ha spiegato l’amministratore delegato di Althesys, Alessandro Marangoni - e ogni euro di contributi stanziati per il settore negli ultimi tre anni ne genera 6».

Il settore produce anche il 9,4% delle entrate fiscali regionali, concorre a creare oltre 4.500 occupati a tempo pieno (l’8,2% degli occupati della regione), generando 117 milioni di salari lordi. Non solo. Gli impianti di risalita «garantiscono un ampio ritorno economico per le attività sul territorio», si legge nello studio. Il 60% del valore condiviso riguarda l’ospitalità, che vale 212 milioni di euro, e comprende le strutture ricettive (106,7 milioni di euro), le attività sportive e commerciali (56,6 milioni di euro) e la ristorazione (50,2 milioni di euro). Il contributo nei fornitori è dato principalmente dai servizi di supporto, come le agenzie di viaggio o le consulenze, per 4,7 milioni di euro. L’edilizia vale, invece, 1,9 milioni di euro.

«L’obiettivo che ci siamo dati con questo studio è di rimarcare attraverso i risultati l’importanza che queste società hanno sul territorio e l’attenzione con cui Finaosta deve curare il suo ruolo di azionista» ha detto Paolo Giachino, direttore generale della finanziaria regionale, che da ieri, venerdì, ha lasciato il posto a Mattia Michele Sisto, dopo le dimissioni volontarie.

Per l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Luigi Bertschy, «Il settore degli impianti a fune rappresenta una risorsa strategica per la Valle d’Aosta, non solo come motore del turismo invernale, ma anche come uno dei pilastri del tessuto economico e sociale delle nostre comunità di montagna. Investire in questo settore si conferma una giusta scelta, come dimostrato chiaramente dai dati raccolti nello studio presentato da Finaosta. L’analisi evidenzia come gli investimenti, sia nelle grandi che nelle piccole stazioni sciistiche, siano fondamentali per garantire la competitività in un mercato globale sempre più sfidante. Attraverso strategie mirate e differenziate, possiamo garantire che le nostre località continuino ad attrarre visitatori da tutto il mondo, preservando l’eccellenza dei servizi e l’unicità del nostro territorio. Rafforzare il settore significa mantenere e creare posti di lavoro qualificati, rispondendo concretamente ai bisogni delle persone e contribuendo a combattere lo spopolamento delle aree montane, generando un benessere economico e sociale diffuso. Il nostro obiettivo è chiaro: vogliamo creare le condizioni per rendere il settore degli impianti a fune sempre più competitivo, resiliente e capace di innovare. La Valle d’Aosta deve continuare a essere un punto di riferimento per il turismo montano, confermandosi un modello di sviluppo sostenibile che unisce tradizione, tecnologia e attenzione alle persone».

«L’analisi - ha aggiunto l’assessore al Turismo, Sport e Commercio, Giulio Grosjacques - fa capire che siamo sulla strada giusta e che dobbiamo continuare su questa direzione. Il connubio turismo, impianti a fune, attività ricettive è estremamente importante per la nostra regione. Oltretutto, l'efficienza, la qualità, l'importanza degli impianti a fune e delle società che li gestiscono, che hanno raggiunto dei livelli di eccellenza, ci consentono di poter ospitare nella nostra piccola regione manifestazioni invernali, ma non soltanto, perché quest'anno, anche grazie alla collaborazione degli impianti a fune, ospiteremo una Coppa del Mondo di mountain bike».

«Gli investimenti e l'efficacia delle scelte della Regione, in combinato disposto con le attività di Finaosta, sono vincenti, perché creano delle opportunità a monte e a valle dei finanziamenti regionali», riflette il presidente della Regione, Renzo Testolin.