AOSTA Lunedì scorso, 30 dicembre, la chiesa di Sant’Orso ha accolto i tanti che hanno voluto accompagnare Roberto Mistretta per un ultimo saluto, ascoltando la bellissima omelia di don Paolo Papone, suo amico da sempre, parole che hanno toccato il cuore di tutti. Il tennista-commercialista Mistretta si era arreso due giorni prima, sabato, all’Hospice del Beauregard dove si trovava da qualche giorno a un male incurabile, scoperto a giugno dello scorso anno.
Era una bella persona Roberto Mistretta, molto apprezzata. Uomo sorridente e gentile, ha lottato con coraggio e determinazione, sapendo questa volta di non potere vincere, come invece gli accadeva spesso nello sport. Ha voluto essere presente fino che ha potuto nello Studio Colfa a Saint-Christophe, ma da ottobre le condizioni sono talmente peggiorate da rendere impossibile il suo impegno nei confronti della professione che amava.
Nato a Savona l’8 dicembre 1959, figlio di Federico e Clelia La Porta, Roberto Mistretta era fratello di Luca, classe 1964, direttore sanitario della Technos Medica a Saint-Christophe e medico che lo ha seguito ogni giorno negli ultimi mesi, con grande dedizione. La famiglia Mistretta si trasferì nella nostra regione per ragioni di lavoro, quando il papà Federico divenne il direttore della sede regionale della Coldiretti. Roberto si creò subito tante amicizie, frequentando il Liceo scientifico aostano, poi la laurea in Economia e Commercio all’Università di Torino.
Un giovane cordiale, affascinante, protagonista sui campi in terra rossa del Circolo del Tennis di Aosta, nel 1977 si laureò campione valdostano assoluto superando in finale Eddy Boch, l’erede della storica pasticceria di piazza Chanoux, che sarebbe diventato anche lui commercialista, scomparso nell’ottobre 2022. Proprio nella piazza centrale di Aosta in quegli anni Roberto Mistretta sfoggiava la sua Golf GTI, un sogno per i giovani di allora, consolidando relazioni e formando il suo carattere riservato, che lo avrebbe portato ad essere molto apprezzato nel lavoro, dai colleghi come dai clienti.
In particolare, questi ultimi gli riconoscevano la dote di sapere consigliare e rassicurare chi si rivolgeva a lui per risolvere i problemi contabili e fiscali più disparati.
Con il fratello Luca - medico radiologo che fu il primo a eseguire la Tac con cui venne diagnosticata la malattia - oltre che l’amore per il tennis che ha continuato a praticare a ottimo livello, condivise pure la passione per il golf che li portò a compiere diversi viaggi assieme.
Inoltre Roberto era un grande appassionato di cucina e per questo motivo era un punto di riferimento per i conoscenti nella scelta dei ristoranti, pur amando la semplicità, con il suo appuntamento abituale a Saint-Christophe da Chez Bionaz dove era sempre un piacere incontrarlo.