ISSIME (qdn) Riscoprire e valorizzare la storia del gruppo folkloristico del paese, attivo con grande successo tra gli anni Settanta e Ottanta e la cui attività si è poi interrotta. E’ l’obiettivo di un progetto promosso e finanziato dalla Biblioteca comunale di Issime che culmina oggi, sabato 1° febbraio, con la presentazione di un documentario della durata di 30 minuti alle 21 nel salone Z’Lannsch Hous. «Il nome del gruppo era “d’Eischemera” ma era anche noto come “I balletti”. - spiega Nicola Linty, presidente della commissione di gestione della Biblioteca - Venne fondato nei primi anni Settanta su iniziativa dell’Associazione Augusta e della sua presidente Luciana Faletto Landi ed è stato molto attivo nella vita culturale e sociale del paese per quasi 20 anni. Il gruppo, a lungo coordinato da Maria Mosca, si è esibito in contesti importanti e per nulla scontati, per quegli anni, in Valle d'Aosta, Piemonte, Francia, Svizzera, e ha addirittura partecipando per 2 volte alla sfilata dell'Oktoberfest di Monaco di Baviera, oltre che ai consueti Walsertreffen, gli incontri delle comunità walser. Molti di noi, pur non avendo mai visto un'esibizione dal vivo (ma neanche in un video), ne hanno sentito parlare a lungo da genitori, zii e conoscenti. Anche questo ci ha convinti a portare avanti il progetto, che è in parte una ricerca storica, in parte una raccolta di testimonianze, e che si è concretizzato in un video-documentario, con il coordinamento giornalistico di Martina Praz e con la regia di Guido Raimondo».
«Durante tutto il 2024 abbiamo incontrato le persone del paese che hanno partecipato, sia danzando che suonando, e abbiamo cercato informazioni in Biblioteca e negli armadi dove erano custoditi gli stendardi, gli attestati, i costumi, la scenografia originale (tra cui degli sgabelli, dei boccali, dei mazzi di fiori, dei fusi con gomitoli di lana...) e il mangianastri che veniva usato prima che ci fosse la musica dal vivo. - prosegue Nicola Linty - A novembre abbiamo riunito tutte le persone che in qualche modo avevano fatto parte del gruppo folkloristico e abbiamo capito quanto è ancora viva e importante quest ’esperienza nei loro ricordi. Il nome della serata di sabato è “Der Blumentanz, che significa danza dei fiori”».
Per quanto riguarda il costume del gruppo folkloristico, la versione da donna è stata modificata rispetto all’abito femminile tradizionale usato anche oggi (che sarebbe l'antico vestito da sposa) per rendere più agevole il movimento durante la danza: nell’originale, il corpetto ha una manica particolare, mentre per ballare è stata fatta una camicetta le cui maniche riprendono lo stesso motivo del corpetto. Il grembiule è rosso-amaranto mentre la cuffia è ornata di fiori. La versione maschile invece è stata creata apposta, ispirandosi alla foggia degli abiti che si indossavano all’epoca.
Il motivo della fine dell’attività del gruppo folkloristico non è del tutto chiaro. «Capirlo era uno dei nostri obiettivi ma il mistero non è stato completamente risolto. - conclude Nicola Linty - Ognuno ci ha dato risposte diverse e sono forse un po’ tutte vere. La stanchezza degli “anziani” del gruppo, il fatto che le esibizioni fossero diventate estremamente complesse sia dal punto musicale che dei balli, la rifondazione nel 1979 della Banda musicale che catalizzò l’entusiasmo dei più giovani. Di certo è rimasto il ricordo di anni ricchi di emozioni e di amicizie».