In Consiglio Valle si riaccende il dibattito sulla presenza dei predatori nella nostra regione

Cerva sbranata dai lupi davanti a Chateau Verdun. «Droni e visori notturni per monitorare la specie

Data pubblicazione 5 Febbraio 2025
La cerva sbranata dai lupi davanti a Chateau Verdun a Saint-Oyen
La cerva sbranata dai lupi davanti a Chateau Verdun a Saint-Oyen
6 minuti di lettura

AOSTA (zgn) Continuano a preoccupare gli attacchi dei lupi. A segnalare l’ennesimo episodio è Angelo Proment di Saint-Oyen: davanti a Chateau Verdun nelle prime ore di domenica scorsa, 26 gennaio, un branco di predatori ha sbranato una cerva. «Tutte le mattine passo davanti a questa struttura - riferisce Angelo Proment, 75 anni, manutentore di centrali termiche in pensione e allevatore di pecore per passione - e alle 7.30 ho incontrato una conoscente che mi ha raccontato che verso le 4.30 era uscita e aveva visto prima un lupo vicino al fontanile davanti a Chateau Verdun e poi altri 4 o 5 esemplari. Poco dopo ho scoperto la carcassa della cerva. Ho perciò avvisato gli agenti della stazione del Corpo forestale di Etroubles che hanno provveduto a rimuoverla». Angelo Proment aggiunge che «In un video girato pochi giorni fa a Etroubles da un turista svizzero si vede un branco di ben 8 lupi che attraversa un prato innevato per poi addentrarsi nel bosco». Angelo Proment ha una lunga esperienza con questi predatori, dato che è stato il primo allevatore in Valle d’Aosta a subire nel 2005 un attacco di un lupo al suo gregge di pecore. «Ora ho solo 11 capi e li tengo in una stalla a Saint-Oyen. - racconta Angelo Proment - Ma all’epoca, durante l'estate, le mie pecore pascolavano con quelle di Celestino Marguerettaz nell'alpeggio Arsy, di proprietà della famiglia Clos a Buthtier di Gignod. Quello che aveva attaccato i miei ovini era un lupo solitario e perciò sono stato il primo in Valle d’Aosta ad avere un “Cane di montagna dei Pirenei”, una razza selezionata proprio per difendere le greggi, la cui presenza lo ha allontanato». Angelo Proment commenta: «Ritengo che ormai sia inevitabile prendere dei provvedimenti, perché adesso i branchi sono troppi, numerosi e con esemplari sempre più confidenti. Il che rischia di diventare pericoloso».

Dibattito in Consiglio Valle
Peraltro proprio la gestione e il monitoraggio dei lupi in Valle d'Aosta in Valle d'Aosta sono stati al centro di 2 interpellanze, di cui una del gruppo Rassemblement Valdôtain e l'altra del gruppo Lega Vallée d'Aoste, presentate nella seduta del Consiglio Valle di mercoledì scorso, 29 gennaio. Dino Planaz di Rassemblement Valdôtain si è soffermato sulla necessità di garantire la sicurezza pubblica visti i sempre più frequenti avvistamenti nei pressi dei centri abitati. «L'ultimo caso è quello della Valdigne, dove è stato rilevato un branco di 9 lupi nelle adiacenze di una struttura ricettiva. - ha ricordato Dino Planaz - Una segnalazione che si somma alle numerose altre che arrivano da ogni parte del nostro territorio e lo stesso assessore Luciano Caveri ha parlato di "emergenza sulle Alpi". Segnalo poi che molti allevatori ormai non denunciano più gli avvistamenti né gli attacchi perché vengono accusati di non aver protetto a sufficienza i loro animali al pascolo. Noi riteniamo che questa presenza stia diventando un pericolo per tutti. Chiediamo quindi a che punto siano gli interventi per il declassamento della specie lupo a seguito delle modifiche alla convenzione di Berna, quali le azioni per avviare un censimento reale sulla popolazione dei canidi, quali le strategie per garantire la sicurezza pubblica a seguito delle sempre più frequenti denunce di avvistamenti di lupi nei pressi dei centri abitati. Vorremmo anche conoscere le iniziative portate dall'Assessore agli Affari europei Luciano Caveri all'attenzione delle istituzioni europee con la propria presenza nel Comitato delle Regioni».

«I lupi potrebbero essere 100»
Il capogruppo della Lega Vallée d’Aoste Andrea Manfrin ha affrontato la tematica del monitoraggio, ricordando «Il progetto "Life Wolfalps Eu", approvato nel 2019, che prevedeva il monitoraggio del lupo con l'utilizzo, principalmente, di foto trappole e campionamenti. Tale monitoraggio, contenuto nel Rapporto lupo 2023, ha restituito una consistenza, fra maggio 2022 e aprile 2023, di un numero minimo certo di presenze di 48 lupi: questo significa che potrebbero anche essere 100, ma non vi è certezza di questo. Questa stima appare sottodimensionata rispetto alle numerose segnalazioni che giungono costantemente da diverse località valdostane. Visti gli ingenti finanziamenti utilizzati, chiediamo se vi sia l'intenzione di programmare un censimento del lupo in Valle d'Aosta utilizzando droni e visori notturni, che ad oggi risultano gli strumenti più efficaci per censire la fauna, in modo da determinare con il minimo margine di errore la consistenza effettiva della specie nella nostra regione».

«Argomento prioritario»
Premettendo che «L’iter di declassamento del lupo a livello europeo non è concluso», l'assessore all'Agricoltura e Risorse naturali, Marco Carrel, ha assicurato che «L'argomento è una priorità dell'Assessorato, tanto che abbiamo assegnato per il 2025 un obiettivo dirigenziale specifico al Dipartimento risorse naturali, chiedendo la predisposizione di un protocollo regionale per la gestione del lupo in attuazione della legge numero 11 del 2021. Per arrivare pronti al momento in cui sarà concluso l'iter di declassamento del lupo, abbiamo lavorato, attraverso un confronto con le associazioni di categoria, alle modifiche della legge regionale numero 64 del 1994: un disegno di legge è stato depositato in Consiglio proprio nell'ottica di dare risposta agli allevatori permettendo loro di fruire di sostegni che escono dal sistema de minimis per compensare i danni provocati da fauna protetta e per le relative misure di prevenzione». L'assessore Marco Carrel ha poi invitato il consigliere Dino Planaz a «Dettagliare, con elementi precisi, le vessazioni subìte dagli allevatori dal personale qualificato e quali siano state le sanzioni ingiuste a loro inflitte. Mi impegnerò personalmente con gli uffici competenti a verificare la veridicità di quanto denunciato». Riguardo al censimento reale della popolazione dei canidi, l'assessore Marco Carrel ha precisato che «Oltre al lupo rientrano anche le volpi e i cani. Lunedì 20 gennaio, la Giunta ha approvato la convenzione tra Regione, Usl, Celva e Ordine dei veterinari in merito alle modalità di controllo del randagismo e protezione degli animali da compagnia sul territorio regionale per il 2025-2027: l'intento è quello di ripartire le funzioni di controllo del randagismo e di prevenzione dell'insorgenza di situazioni di criticità legate alla convivenza uomo-animale. Per quanto attiene al censimento degli esemplari della specie canis lupus ad oggi è attivo il monitoraggio sistematico della specie così come descritto nelle premesse del "Rapporto lupo 2023" pubblicato sul sito della Regione.

Droni e visori notturni
Sul monitoraggio attraverso l'utilizzo di droni e visori notturni, l'assessore Marco Carrel ha sottolineato come «Tali strumenti, a detta degli uffici, non risultino essere più performanti rispetto a quelli che già il Corpo forestale della Valle d’Aosta e la Struttura flora e fauna utilizzano attualmente per il monitoraggio del lupo. Per quanto concerne i visori termici notturni, questi sono già in dotazione: sono molto efficaci per individuare facilmente gli animali su brevi distanze, come avviene, ad esempio, nel controllo notturno della specie cinghiale, ma su distanze medio lunghe non garantiscono il riconoscimento della specie, soprattutto nel caso del lupo che potrebbe essere confuso con altro canide. I droni, invece, sono apparecchi molto costosi e richiedono per il loro uso un elevato grado di professionalità, soprattutto se utilizzati nelle ore notturne, quando i lupi sono maggiormente in movimento. Politicamente mi prendo l'impegno di approfondire la possibilità di utilizzare questi metodi sul nostro territorio. La metodologia per il monitoraggio del lupo utilizzata in Valle d'Aosta, come in tutta Europa, è detta “Spatial capture and recapture”, un sistema che permette di ottenere sia valori quantitativi che qualitativi della popolazione di canis lupus: il campionamento utilizza indici di presenza ottenuti da tracce su neve, segni, campioni genetici, fototrappole. Il migliore risultato si è ottenuto combinando più tecniche non invasive, dato che ognuna presenta vantaggi e criticità».

«Predatore senza predatore»
L'assessore agli Affari europei Luciano Caveri ha aggiunto: «Ho sollevato più volte il tema in seno al Comitato delle Regioni, nella convinzione che il lupo sia un predatore senza predatore e quindi siamo noi, esseri umani, i soli a poterlo regolamentare. Attorno al lupo c'è un vero e proprio business: viva il lupo, ma facciamo attenzione che il lupo non esploda».

«Questa problematica deve essere presa in carico da tutto il Governo e non solo dall'Assessorato altrimenti non si riesce a risolvere. - ha replicato Dino Planaz - Tra l'altro, abbiamo approvato una legge regionale e il Consiglio tutto dovrebbe essere coinvolto. La Regione tende a nascondere questa problematica, riportando una realtà dei fatti che non è quella reale e non si capisce perché. Confermo poi che gli allevatori non segnalano più all'Assessorato gli attacchi dei lupi perché vengono sollevate questioni di ogni tipo: non c'era la recinzione, non c'era il cane a fare da guardia. E testimonio che in quanto allevatore, non lo farò nemmeno io. Bisogna smetterla con queste assurdità: è un problema che si potrebbe risolvere, ma qui si sta prendendo in giro chi lavora. La situazione è di pericolo, si arriva alla fine della Legislatura e non è stato fatto niente».

«Avere la certezza dei numeri è essenziale, perché dai dati appare che i lupi muoiono investiti da mezzi meccanici, il che significa che il lupo è un problema non solo per l'allevamento ma sta diventando una criticità per l'uomo in termini di sicurezza. - ha aggiunto Andrea Manfrin - Non concordo riguardo a quanto detto dall'assessore Marco Carrel sulle tecnologie da noi evidenziate: se le hanno utilizzate in Abruzzo, dove c'è vegetazione come in Valle d'Aosta, perché non farlo anche qui? Si sono buttati soldi per conferenze e confronti sulla specie lupo: perché non investirli su tecnologie e operatori? Avremmo sicuramente dei dati diversi. Prima riusciamo a squarciare questo velo di omertà e prima capiremo come difendere il nostro territorio e la nostra comunità dal lupo».

Avviso di prova 2

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit. Phasellus hendrerit. Pellentesque aliquet nibh nec urna. In nisi neque, aliquet vel, dapibus id, mattis vel, nisi. Sed pretium, ligula sollicitudin laoreet viverra, tortor libero sodales leo, eget blandit nunc tortor eu nibh. Nullam mollis. Ut justo. Suspendisse potenti.

Link personalizzato
Avviso di prova 1

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetuer adipiscing elit. Phasellus hendrerit. Pellentesque aliquet nibh nec urna. In nisi neque, aliquet vel, dapibus id, mattis vel, nisi. Sed pretium, ligula sollicitudin laoreet viverra, tortor libero sodales leo, eget blandit nunc tortor eu nibh. Nullam mollis. Ut justo. Suspendisse potenti.

Link personalizzato