AOSTA (zgn) Una manovra spericolata che poteva trasformarsi in tragedia. È successo pochi minuti prima di mezzogiorno di sabato scorso, 26 aprile, quando sul versante svizzero del massiccio del Monte Rosa un aereo da turismo è atterrato su un ghiacciaio nella zona del Colle Sesia, a 4.230 metri di quota, e subito dopo è nuovamente decollato passando in mezzo a una colonna di scialpinisti che saliva verso la Capanna Margherita. Una scena da brividi che Luca Calzone, 56 anni, di Ghemme, in provincia di Novara, grande appassionato di alpinismo che faceva parte del gruppo di alpinisti sfiorato dall’aereo, ha avuto la freddezza di filmare con il telefonino. Ha poi postato il video sui social e denunciato l’accaduto ai carabinieri di Alagna Valsesia che lo hanno segnalato per competenza alle autorità elvetiche per gli accertamenti del caso. «Una manovra del genere sfiorando delle persone è follia, è veramente un gesto criminale, volontario. - commenta Luca Calzone - Per miracolo non è successo niente, ma avrebbe potuto esserci più di un morto. Sono tuttora impressionato e incredulo. Perché è follia».
Sul versante valdostano era in corso il Trofeo Mezzalama. «Un pilota d'aereo non poteva non vedere dall'alto la traccia che sale alla Capanna Margherita, piena di gente. - prosegue Luca Calzone - Io pensavo atterrasse per un problema al motore, un'avaria, e invece poi ha girato la prua e ha dato manetta. Solo che noi eravamo lì. Stentavo a crederci. Quando ha preso velocità ormai non poteva più fermarsi. Per fortuna non ha colpito nessuno. Appena lì davanti erano saliti tantissimi scialpinisti in vetta: un po' per il Trofeo Mezzalama e un po' perché c'erano le funivie che partivano presto, c'era il biglietto a 10 euro, quindi tantissima gente sul Rosa, migliaia di persone. La maggior parte degli scialpinisti era slegata, anch'io lo ero, le condizioni erano sicurissime. Ma lì davanti ce n'erano 3 legati, erano appena passati. Se l'aereo avesse inforcato con i pattini la corda di quei 3...».
Luca Calzone era diretto alla Capanna Margherita: «Avevo un amico lì davanti. Era sotto choc, l'aereo è passato vicino. Noi eravamo in 3 e nella zona eravamo quasi tutti italiani». Una volta sceso ad Alagna Valsesia, in provincia di Vercelli, Luca Calzone ha segnalato i fatti alle Forze dell'Ordine e fornito loro il video. «Nella mia vita ho fatto centinaia di escursioni in alta montagna, - conclude Luca Calzone - mai avrei pensato di correre il rischio di essere investito, per di più da un aereo, a quota quattromila».
Le scuse del pilota svizzero: «Ho fatto un grave errore»
Nei giorni successivi il pilota svizzero, François T., autore della manovra spericolata sul Monte Rosa, si è scusato per l'accaduto con un post in inglese: «Cari colleghi piloti di montagna, volo da 45 anni, dal 2025 ho la formazione per atterraggi in alta montagna, ho effettuato 1.337 atterraggi e decolli su ghiacciai. Sul Monte Rosa ho commesso un grave errore di giudizio, che ho immediatamente segnalato tramite il rapporto di incidente. Ora sono in attesa della procedura e mi dispiace enormemente per la comunità di appassionati di montagna che amo più di molte altre cose. Spero che una cosa simile non accada mai a nessuno di voi. Mi dispiace davvero tanto».
Sull'accaduto indaga l'Ufficio federale dell'aviazione civile-Ufac della Confederazione elvetica «Per chiarire i fatti e dare a questo incidente ogni seguito opportuno». L'Ufac rileva che il pilota è passibile di sanzioni penali e «Del ritiro della sua licenza e delle sue qualifiche per un periodo di tempo determinato». L'Aeroclub di Ginevra, proprietario del Piper Pa18, ha comunicato che l'aereo da turismo è stato utilizzato «Nell'ambito di un'attività privata, da un pilota privato» e «Non correlata alla attività di formazione» dell'Aeroclub. Inoltre la persona si «È presentata spontaneamente alle autorità e ha trasmesso il suo resoconto dei fatti il giorno stesso».