AOSTA (fci) Un'adesione allo sciopero che va dal 30 per cento dei dipendenti dell'Engineering di Pont-Saint-Martin all'80 per cento dei reparti produttivi della Tecnomec di Arnad. E' questa la prima stima, in Valle d'Aosta, della mobilitazione nazionale di 8 ore (ieri, venerdì 20) dei lavoratori metalmeccanici, indetta da Fim, Fiom e Uilm, a cui ha aderito nella regione il Savt Met. Alla Cogne Acciai Speciali, che ha 750 lavoratori in cassa integrazione, nel reparto Treno Vergella Barre ha scioperato il 50 per cento del personale. Alla manifestazione di ieri mattina alla Pépinière di Aosta erano presenti circa 100 persone. «Siamo soddisfatti con prudenza - dichiara Fabrizio Graziala, segretario della Fiom Cgil Valle d'Aosta - considerato che molti reparti della Cogne, che è l'azienda più grande della Valle d'Aosta, sono in cassa integrazione e questo influisce molto sulle adesioni».
E sono 11 i contratti a tempo determinato alla Cogne Acciai Speciali in scadenza lunedì 30 giugno prossimo. Di questi, 2 non saranno rinnovati mentre altri 8 saranno prolungati di 6 mesi. Per uno, infine, il rapporto di lavoro si trasformerà in contratto a tempo indeterminato. Una settimana fa, i vertici dell'acciaieria, controllata al 70 per cento dalla taiwanese Walsin Lihwa corporation, hanno annunciato il ricorso alla cassa integrazione per 750 lavoratori: conflitti e strategie protezionistiche statunitensi stanno mettendo a dura prova l'intera filiera siderurgica. Vi è grande preoccupazione anche per i contratti in scadenza a luglio e ad agosto. La forza lavoro della Cogne a tempo determinato rappresenta circa l'8 per cento del totale.
Oggi il 10 per cento della produzione in Valle d'Aosta è destinato all'esportazione verso gli Stati Uniti, mentre il 23 per cento ha come sbocco il settore automotive, un comparto industriale da tempo in crisi. E vi è preoccupazione anche a livello nazionale per i 750 lavoratori della Cogne per cui l'azienda ha annunciato la cassa integrazione. A sollevarla, Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil insieme a Fabrizio Graziala, Segretario generale Fiom Cgil VdA. L'azienda giustifica la decisione con gli effetti della situazione di instabilità globale, causata da conflitti e dazi, sottolinea il sindacato di categoria. Per i sindacalisti l'uso della cassa (fino a domenica 7 settembre, a rotazione per 750 dipendenti) è «uno strumento necessario per gestire questa fase critica». Fiom Cgil spiega che i timori sono amplificati dal fatto che «il 10 per cento dell'acciaio prodotto è destinato all'esportazione verso gli Stati Uniti, il 23 per cento è legato al settore automotive».