AOSTA (gre) Sono 75 anni ottimamente portati per una grande storia dell’impreditoria valdostana, soprattutto per un’azienda che è nel cuore della comunità, vista da sempre come il supermarket per antonomasia. La Cidac del 2024 ha festeggiato la ricorrenza, partendo da quel lontano 1949 quando cosa rara- due famiglie di commercianti aostani decisero di unire le forze e di creare un gruppo di acquisto e di vendita. Da una parte Pietro Celesia, Pierino, che era subentrato nella proprietà della Drogheria Quey in via Porta Pretoria e dall'altra i fratelli Vietti- Emilio, Cornelio e Sergio - eredi di una famiglia storicamente legata al commercio, con la “Drogheria Reale Quarello Vietti” che li vedeva in società con Enrica Quarello, la torrefazione, il panificio e l'albergo-ristorante Suisse nell’attuale via Gramsci a pochi passi dall’allora Ospedale Mauriziano.
La sede della nuova azienda - che si chiama Cidac, acronimo di Commercio Ingrosso Droghe Alimentari Coloniali, giustamente mai modificata - è al numero 23 di via Porta Pretoria, con i magazzini in via Teatro romano, l’attuale via Charrey, direttamente collegati attraverso il passaggio Vescoz. Decisiva è all’epoca l'istituzione dal 1949, dopo lo Statuto speciale di autonomia del febbraio 1948, del sistema per la distribuzione dei beni contingentati attraverso delle tessere, che venivano assegnate appunto a tutti i residenti, concernenti prodotti di ottima qualità, venduti a prezzi mediamente inferiori di un terzo a quelli di mercato. I prodotti in esenzione furono un'idea per cominciare a fare comprendere ai valdostani quali avrebbero potuto essere i benefici concreti dell'autonomia, legata alla creazione della famosa zona franca, cioè un territorio - come quello della Valle d’Aosta privo di certe imposte e in grado pertanto di offrire prodotti di largo consumo famigliare a prezzi molto convenienti.
Lo Stato italiano però, in attesa di quella zona franca che non è mai arrivata, fissò di concerto con gli uffici della Regione un quantitativo massimo di prodotti in esenzione fiscale, da cui appunto la definizione di beni contingentati. Nel 1948 venne istituito da parte della Regione l’Ufficio Zona Franca ed iniziarono le prime riunioni tra i commercianti valdostani del settore che dopo pochi mesi vide anche la partecipazione della neonata Cidac di Enrico Quarello, Pierino Celesia e dei fratelli Emilio, Cornelio e Sergio Vietti, un soggetto particolare perché al contrario delle altre ditte fu un esempio di unione di forze, ponendosi in una posizione leader per l’acquisto di prodotti come il caffè e lo zucchero.
Fu una scelta strategica indovinata poiché anziché competere, affrontarono insieme le sfide del mercato gettando così le basi per una crescita costante e una solida cultura aziendale, tramite agenti commerciali che resero operativa la vendita e la consegna di prodotti, in modo capillare, su tutto il territorio regionale. Un viaggio dunque che partì sotto ottimi auspici anche se il 15 ottobre del 1961, un incendio provocato da un corto circuito distrusse gran parte del magazzino con un valore di merci bruciate di circa 85 milioni di lire, contro un rimborso assicurativo di 25.
Una mazzata, ma dalla difficoltà nacque un momento di grande sviluppo. Trovata una soluzione provvisoria grazie alla Regione che mise a disposizione dei magazzini, la Cidac prese una scelta in anticipo sui tempi, cioè quella di trasferire la sua attività fuori dal centro cittadino, individuando un terreno a Paravère, facente parte della cascina dei Bussonin di Charvensod, già smembrata a causa delle espropriazioni per la costruzione della Cogne, proprio vicino alla partenza dell’ovovia per Pila. Nel giugno del 1962 questa scelta coraggiosa divenne realtà, con uno spazio di 2 mila metri quadrati e 20 dipendenti, uno slancio nuovo ed un aumento del fatturato, grazie alla partecipazione attiva dei soci e alla fiducia dei fornitori.
Sempre dedicata a soddisfare le esigenze all’ingrosso - fornitrice quindi di commerci, alberghi, ristoranti e negozi - la Cidac nel 1969 si ampliò di altri 3.500 metri quadrati e 3 anni dopo partecipò alla fondazione del gruppo di acquisto Cash & Carry Consortiati, un’iniziativa intelligente ed innovativa del presidente Alberto Celesia, che decise di guardare oltre alla Valle d’Aosta e di ricercare aziende radicate sul territorio italiano per acquistare i prodotti a condizioni più vantaggiose e per fare rete, aiutandosi nello sviluppo.
Nel 1974 la Cidac è ormai cresciuta per compiere un nuovo impegnativo passo. Ottiene, parallelamente ad un nuovo ampliamento di circa 2.500 metri quadri, la licenza per la vendita al dettaglio, aprendosi quindi alla distribuzione senza limitazioni nei confronti della clientela. In un primo tempo la Cidac venne divisa in 2: magazzino al dettaglio e magazzino all’ingrosso. È un successo, una scelta che la fece diventare veramente il supermarket di tutti i valdostani, ancora oggi molto affezionati all’azienda.
Passano 5 anni e nel 1979 la proprietà propose un nuovo cambiamento, quello di espandere la gamma commerciale dei prodotti per trattare anche generi non alimentari. Occorrevano però nuovi spazi di vendita e venne allestito un cantiere che, una volta ultimati, consentì un aumento della superficie di altri 1.500 metri quadrati. Questa evoluzione portò anche a un cambiamento della forma societaria, da società di persone - la Cidac snc - a società di capitali, così nacque la Gros Cidac srl.
Quindi il 2001, per arrivare agli attuali 10 mila metri quadrati, con 320 dipendenti e servizi in continua evoluzione. Chiara Celesia è la presidente del Consiglio di amministrazione - di cui fanno parte i figli di Emilio Vietti, Ugo e Marco, ed Emilio e Roberto Davisod - del 75esimo anniversario e mostra chiaramente soddisfazione per questa lunga attività e non può che ritenersi felice, poiché come dice "E' una storia che fonda le sue radici sul concetto di unione e questo senz'altro è il segreto dell’attività che ancora oggi portiamo avanti".
In una regione così piccola, è difficile far quadrare i bilanci alla luce della massiccia presenza sul territorio di numerosi supermarket? "Non è facile e tra l'altro, come apprendiamo dai giornali questo numero - sottolinea Chiara Celesia - sarà ancora in crescita negli anni prossimi, pertanto quello che noi cerchiamo di fare è mantenere un forte legame con il territorio, mirando a rispondere in modo sempre più attento alle esigenze della clientela valdostana e offrire ai turisti una struttura unica."
Quali sono gli obiettivi del futuro di Gros Cidac? "Innovazione ed efficienza risponde senza esitazioni Chiara Celesia, continuare ad investire per migliorare continuamente il servizio offerto, senza tralasciare una crescita sostenibile, perché ad esempio da 20 anni ci riscaldiamo con il calore che recuperiamo dalle nostre celle frigorifere."
Roberto Guscelli