ARNAD (qdn) La Giunta regionale ha espresso parere positivo in merito alle modifiche al disciplinare di produzione del Vallée d’Aoste Lard d’Arnad richieste congiuntamente dai 4 produttori di Arnad: il Salumificio Maison Bertolin, la società Arnad Le Vieux, la M.D.S. Srl della Famiglia Laurent e il Lardificio Laurent Pietro. Si tratta - si legge nella deliberazione di lunedì scorso, 13 gennaio - di «modifiche che riguardano integrazioni non sostanziali al testo, l’adeguamento ai disciplinari di produzione della materia prima» e «l’introduzione di alcune migliorie ai procedimenti di lavorazione e di confezionamento». Non trattandosi di modificazioni sostanziali, il disciplinare modificato dovrà essere solamente approvato dal Ministero dell’Agricoltura, senza la necessità di un ulteriore passaggio a Bruxelles.
«Si tratta principalmente di adeguare il nostro disciplinare a quello degli altri salumi Dop in merito alla materia prima. - spiega Guido Bertolin - Per esempio, nel testo non si parla più di “peso suino vivo” ma di “peso suino morto”, si forniscono dettagli per quanto riguarda l’alimentazione che prima non erano esplicitati e vengono riportati i requisiti genetici: modifiche che riguardano in particolare gli allevamenti. Nel contempo, però, anche noi produttori abbiamo approfittato per inserire alcune modifiche di cui sentivamo la necessità. La prima è l’introduzione di un aumento fino a 7 giorni (rispetto ai 2/3 giorni attuali) dei tempi per mettere gli spallotti di maiale nel “doil”, una modifica resa possibile dal mantenimento delle condizioni ottimali di refrigerazione durante i trasporti della materia prima senza alterazioni delle caratteristiche finali del prodotto. Inoltre è prevista la commercializzazione del lardo anche affettato e macinato. L’affettatura (che finora veniva fatta direttamente dai produttori) e la macinatura - sul prodotto già certificato - potranno avvenire anche al di fuori della zona di produzione in quanto in essa non sono presenti stabilimenti idonei ad effettuare tali lavorazioni.
«Essendo solo 4 produttori non abbiamo purtroppo un consorzio di tutela della Dop. - ricorda Guido Bertolin - Ci auguriamo che la Regione favorisca la possibilità di essere inseriti sotto il “cappello” di un consorzio unico di prodotti agricoli trasformati. Avere un consorzio che ci rappresenti ci tutelerebbe maggiormente come produttori, ci permetterebbe di creare un piccolo regolamento interno in cui noi stessi ci potremmo dare alcune regole da rispettare, oltre a quelle stabilite dal disciplinare, ci rappresenterebbe a livello istituzionale per la promozione e verificherebbe la presenza di eventuali anomalie sul mercato».