Grande cordoglio in tutta la Valle d’Aosta per la scomparsa di Augusto Rollandin, avvenuta domenica scorsa, 22 dicembre, alle 13.09 all’Ospedale regionale dove si trovava al Pronto soccorso, dopo essere stato trasportato con l’elicottero. Aveva 75 anni e si trovava, dal dicembre 2023, prima in una clinica riabilitativa e poi nella microcomunità di Brusson.
Nato il 13 giugno 1949 a Brusson, laureato in medicina veterinaria all'Università di Torino, Augusto Rollandin iniziò la sua attività politica e amministrativa nel 1975, quando fu eletto sindaco proprio di Brusson. Soprannominato l'«Imperatore», è stato 6 volte presidente della Regione, senatore, più volte assessore regionale, presidente della Cva-Compagnia valdostana delle acque, attraversando da protagonista gli ultimi (oltre) 40 anni della vita politica valdostana.
Con 13.907 preferenze nel 2008 è stato il candidato più votato di sempre alle elezioni regionali valdostane. Coinvolto in varie inchieste giudiziarie, è stato quasi sempre assolto: l'ultima volta nel 2021 quando la Corte di Appello lo ha prosciolto (per prescrizione del reato) dall'accusa di corruzione dopo una condanna a 4 anni e 6 mesi in primo grado.
Ha militato a lungo nell'Union Valdôtaine, prima di uscire dal Mouvement nel 2020 e di fondare Pour l'Autonomie con cui è stato eletto alle ultime elezioni regionali, incarico che ha lasciato nel gennaio 2024 per motivi di salute.
E’ stata aperta nella tarda mattinata di lunedì 23 dicembre la camera ardente a Palazzo regionale e in tanti hanno voluto entrare nella saletta al piano terra per rendergli l'ultimo saluto.
Accanto ai familiari - la moglie Nicoletta Gaz ed i figli Claude e Martine, con il marito Michel Vuillermin - a lungo si sono soffermati anche l'assessore regionale Marco Carrel e il capogruppo e segretario politico di Pour l'Autonomie, Aldo Di Marco. A fianco alla bara, il gonfalone della Valle d'Aosta. Alle 16.30 la salma è stata trasferita presso l'abitazione di Brusson, a Vollon. Il funerale è stato celebrato martedì 24, alle 10.30 nella chiesa parrocchiale del paese.
BRUSSON Naturalmente la chiesa parrocchiale di San Maurizio a Brusson era gremita per l’ultimo saluto ad Augusto Rollandin, nella mattinata di martedì scorso, 24 dicembre, vigilia di Natale. In cima alla scalinata, sulla destra, il quaderno sul quale tanti lasciano solo una firma o brevi frasi. Dietro, la corona del Comune di Brusson. Sulla bara color miele, rami di pino e rose bianche e rosse. In prima fila seduti la moglie Nicoletta e i figli Martine e Claude, la Giunta regionale al completo, la senatrice Nicoletta Spelgatti, il sindaco di Brusson Danilo Grivon. E poi molti volti della politica, certo, e tante persone comuni. Tra le corone anche quella del Comune abruzzese di Lucoli, 850 abitanti sull’Appenino in territorio de l’Aquila, fra le aree colpite dal terribile terremoto del 2009.
Dopo aver citato un passo del Vangelo secondo Giovanni (« Io sono la via, la verità e la vita»), don Michele Giachino, parroco di Brusson, nella sua omelia ha ripreso «la filosofa ebrea Hannah Arendt, che scriveva: in Occidente si è sempre messo l'accento sull'essere umano come mortale, e non come un natale. Noi ci arrendiamo a un aggettivo che sottrae vita, che tronca ogni possibilità. Eppure dentro di noi sentiamo che natale è un aggettivo che ha la forza di aggiungere vita».
E «allora vogliamo accompagnare andando ad attingere a quel principio di natalità che portiamo ben scritto nel nostro Dna: non tutto muore, rimane ciò in cui mettiamo bene il cuore. Allora proviamo a sostituire nei nostri pensieri anzitutto l'aggettivo mortale con l'aggettivo natale, e metterlo accanto al sostantivo destino. Perché nel destino di natalità la visuale cambia radicalmente».
In chiusura, don Michele Giachino ha ricordato le parole del canto preghiera «Ora che il giorno finisce», composto dal teologo Pierangelo Sequeri. Poi il ricordo del sindaco di Brusson, Danilo Grivon, che ha sottolineato il legame di Augusto Rollandin con il suo paese d'origine. «Si dice che l'ambiente forgia l'uomo, in questo caso un uomo dalle qualità elevatissime, un uomo di montagna» ricordando poi i villaggi e gli alpeggi che per Augusto Rollandin sono stati «luoghi di vita e di duro lavoro nella sua giovinezza».
Amore per il territorio anche «lontano» dalla capitale Aosta, ciò che probabilmente è stata la sua forza, all'origine del grande consenso che gli ha portato la «provincia» dell'Impero, a lui conosciuto come proprio come Imperatore.
«Non ho avuto il piacere di frequentarlo né di lavorarci insieme. Ho conosciuto Augusto quando era insegnante di matematica e scienze alle medie e quando era veterinario di zona e veniva anche nella nostra stalla per il suo lavoro. Ha dato molto a Brusson, ha ricevuto amicizia e ammirazione, in alcuni casi quasi devozione. Ha dato lustro al nostro Comune».
«Ciascuno di noi conserverà una propria personale immagine, un ricordo, un giudizio sul suo operato, ma siamo tutti d’accordo nel dire che è stato un grande uomo».
L'intervento è stato seguito da un applauso. Augusto Rollandin riposerà nel cimitero del suo paese, accanto alla chiesa parrocchiale.