Bilancio più che positivo per la 30esima volta della Corsa Rosa nella nostra regione

Folla ed emozioni per il Giro d’Italia. “Straordinario ritorno promozionale”

Data pubblicazione 11 Giugno 2025
La maglia rosa Isaac Del Toro (che poi avrebbe ceduto il primato a Simon Yates) firma autografi sabato mattina alla partenza a Verrès
La maglia rosa Isaac Del Toro (che poi avrebbe ceduto il primato a Simon Yates) firma autografi sabato mattina alla partenza a Verrès
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VERRÈS (cex) Il Giro d’Italia 108, divertente ed appassionante con grande equilibrio e tanti colpi di scena per 3 settimane dall’Albania a Roma con incontro in Vaticano con il Papa, si è chiuso con la sorpresa del successo del britannico Simon Yates. In una corsa orfana del “cannibale” Tadej Pogacar e di campioni come Jonas Vingegaard, Remco Evenepoel e Mathieu Van der Poel, che ha perso per strada i favoriti Primoz Roglic e Juan Ayuso a presentarsi al gran finale nei 140 km in terra valdostana sono stati il giovane emergente messicano Isaac Del Toro e il “navigato” ecuadoregno Richard Carapaz e nella lotta tra i 2 sul Colle delle Finestre è uscito l’attacco di Yates, con il compagno Wout Van Aert in fuga ad aspettarlo in discesa e pianura. E’ successo l’identico colpo di scena del 2019 quando i favoriti Primoz Roglic e Vincenzo Nibali si controllavano e marcavano a vista sul Col San Carlo incuranti del pericolo Carapaz che andò a vincere a Courmayeur e ad assicurarsi il Giro. Ora è toccato a Carapaz e Del Toro a favore di Yates, alla vigilia considerato un outsider sempre piazzato ma che non vinceva mai. E’ curioso che nel 2018 proprio sul Col delle Finestre Yates in maglia rosa con 3 minuti su Chris Froome tracollò pagandone 39 e regalando il Giro all’inglese-keniano e 7 anni dopo sulla stessa salita e lo stesso sterrato ha costruito il suo trionfo più bello.

Le emozioni in Valle d’Aosta non sono mancate con un mare di folla sulle salite del Col Tsecore, Saint Pantaleon, Joux e sul “dente” finale di Antagnod, una folla mai vista a Verrès per la partenza di sabato scorso, i 2 paesi dipinti di rosa e una calorosa accoglienza ovunque che ha stupito Mauro Vegni, Paolo Bellino, Stefano Allocchio e Urbano Cairo, tutto lo stato maggiore organizzatore di Rcs Sport. «Per il paesaggio e a livello turistico sono state tappe magnifiche con enormi ricadute, visto che la corsa è trasmessa in diretta in 59 paesi del mondo. - sottolinea lo speaker da 15 anni al Giro Paolo Mei - Io stesso in carovana ho avuto tanta gente tra gli addetti ai lavori e gli stessi corridori incantati da angoli magnifici e gente speciale.»

E’ stato indiscutibilmente un grande successo con la tappa di Champoluc senza grossi movimenti in classifica ma con una lunga fuga e l’arrivo solitario del normanno Nicolas Prodhomme dopo 161 km di gara in solitaria o quasi e il giorno dopo con il terremoto in corsa sul Colle delle Finestre verso Sestriere, con il vincitore Chris Harper andato via subito tra Arnad e Bard con 6 compagni di avventura. Le immagini curate dalla regia internazionale hanno fatto veramente il giro del mondo, con ripresi dall’alto e da mille angolazioni tutti i castelli e i nostri paesaggi da favola in una giornata di sole. Chissà quanti milioni di visualizzazioni sui social avrà avuto quell’immagine splendida del capriolo che sulla salita del Col Saint Pantaleon correva e saltellava nei prati tra un tornante e l’altro come un tifoso alla ricerca dei corridori?

La soddisfazione dell’assessore regionale Giulio Grosjacques, di Marco Albarello in cabina di regia e dei sindaci Walter Brunod e Alessandro Giovenzi è tantissima per il grande riscontro avuto, venerdì e sabato tutti gli appassionati delle 2 ruote erano incollato al video per capire chi avesse vinto la corsa rosa vista la grande incertezza e il terreno ideale. Proprio Giulio Grosjacques si auspica che in autunno il nuovo governo regionale continui ad investire nello sport e nei grandi eventi come questo: «Il Giro d’Italia è stata un’occasione unica per attrarre visitatori dal mondo intero e non possiamo che essere soddisfatti». Walter Brunod sostiene che «vedere la maglia rosa brillare sotto il Monte Rosa in una giornata così bella e con una folla incredibile è da pelle d’oca, emozioni che non si dimenticheranno per tutta la vita e con una popolazione mobilitata per fare bella figura». Per Alessandro Giovenzi «Dopo la pioggia di 28 anni fa nella tappa che andava a Borgomanero dove non eravamo stati fortunati sabato è stato tutto meraviglioso, uno spettacolo, un mare di folla, interesse per l’evento, sole e una comunità che si è unita per fare conoscere e apprezzare Verrès al mondo intero». Per il presidente dell’Adava Luigi Fosson che raccoglie l’entusiasmo di tutti gli albergatori di Ayas «Eventi come questo hanno una straordinaria forza promozionale e sono tappe fondamentali per fare conoscere la Valle d’Aosta e le sue bellezze».

Grande festa e allegria è stata per la carovana pubblicitaria ed ottime indicazioni anche dalla partenza delle biciclette elettriche e dei grandi ospiti per la partenza del Giro E da Saint-Vincent. Ora qualcuno ha parlato in maniera impropria di ricerca del Giro d’Italia come sede fissa. Il Giro e le grandi corse a tappe non sono la Coppa del Mondo di sci dove si può diventare sede fissa, hanno centinaia di dossier depositati per i prossimi anni con richieste, proposte, percorsi e garanzie economiche (un arrivo costa circa 250mila euro e una partenza circa 100mila) e per ogni edizione le scelte vengono fatte tenendo conto di quale tipo di Giro d’Italia si intende disegnare, delle sedi di partenza che come l’Albania elargiscono circa 8 milioni di euro, oppure dei 6 milioni e mezzo stanziati dalla Regione Piemonte per la Vuelta di Spagna che partirà da Torino con 3 tappe piemontesi ad esempio, dunque l’unica sicurezza è la sede di arrivo finale, che adesso vede di nuovo in concorrenza tra Milano e Roma.

Bisogna comunque investire e credere nella continuità e cercare di avere possibilmente più tappe importanti un anno dopo l’altro, non necessariamente con garantita la continuità. Così come è necessario investire sul ritorno del Tour del France in Valle dopo il 19 luglio 1949 e il 14 luglio 1959 con le firme di Fausto Coppi ed Ercole Baldini ad Aosta. La Vuelta, alla luce della partenza da Torino e dei 3 giorni in Italia, è stata sicuramente un’opportunità persa, però ora godiamoci questa 30esima volta del Giro d’Italia in Valle, un’esperienza da incorniciare, con l’obiettivo di lavorare per rivivere giornate come queste.

Cesarino Cerise