VERRÈS (cex) Il Giro d’Italia 108, divertente ed appassionante con grande equilibrio e tanti colpi di scena per 3 settimane dall’Albania a Roma con incontro in Vaticano con il Papa, si è chiuso con la sorpresa del successo del britannico Simon Yates. In una corsa orfana del “cannibale” Tadej Pogacar e di campioni come Jonas Vingegaard, Remco Evenepoel e Mathieu Van der Poel, che ha perso per strada i favoriti Primoz Roglic e Juan Ayuso a presentarsi al gran finale nei 140 km in terra valdostana sono stati il giovane emergente messicano Isaac Del Toro e il “navigato” ecuadoregno Richard Carapaz e nella lotta tra i 2 sul Colle delle Finestre è uscito l’attacco di Yates, con il compagno Wout Van Aert in fuga ad aspettarlo in discesa e pianura. E’ successo l’identico colpo di scena del 2019 quando i favoriti Primoz Roglic e Vincenzo Nibali si controllavano e marcavano a vista sul Col San Carlo incuranti del pericolo Carapaz che andò a vincere a Courmayeur e ad assicurarsi il Giro. Ora è toccato a Carapaz e Del Toro a favore di Yates, alla vigilia considerato un outsider sempre piazzato ma che non vinceva mai. E’ curioso che nel 2018 proprio sul Col delle Finestre Yates in maglia rosa con 3 minuti su Chris Froome tracollò pagandone 39 e regalando il Giro all’inglese-keniano e 7 anni dopo sulla stessa salita e lo stesso sterrato ha costruito il suo trionfo più bello.
Le emozioni in Valle d’Aosta non sono mancate con un mare di folla sulle salite del Col Tsecore, Saint Pantaleon, Joux e sul “dente” finale di Antagnod, una folla mai vista a Verrès per la partenza di sabato scorso, i 2 paesi dipinti di rosa e una calorosa accoglienza ovunque che ha stupito Mauro Vegni, Paolo Bellino, Stefano Allocchio e Urbano Cairo, tutto lo stato maggiore organizzatore di Rcs Sport. «Per il paesaggio e a livello turistico sono state tappe magnifiche con enormi ricadute, visto che la corsa è trasmessa in diretta in 59 paesi del mondo. - sottolinea lo speaker da 15 anni al Giro Paolo Mei - Io stesso in carovana ho avuto tanta gente tra gli addetti ai lavori e gli stessi corridori incantati da angoli magnifici e gente speciale.»
E’ stato indiscutibilmente un grande successo con la tappa di Champoluc senza grossi movimenti in classifica ma con una lunga fuga e l’arrivo solitario del normanno Nicolas Prodhomme dopo 161 km di gara in solitaria o quasi e il giorno dopo con il terremoto in corsa sul Colle delle Finestre verso Sestriere, con il vincitore Chris Harper andato via subito tra Arnad e Bard con 6 compagni di avventura. Le immagini curate dalla regia internazionale hanno fatto veramente il giro del mondo, con ripresi dall’alto e da mille angolazioni tutti i castelli e i nostri paesaggi da favola in una giornata di sole. Chissà quanti milioni di visualizzazioni sui social avrà avuto quell’immagine splendida del capriolo che sulla salita del Col Saint Pantaleon correva e saltellava nei prati tra un tornante e l’altro come un tifoso alla ricerca dei corridori?
La soddisfazione dell’assessore regionale Giulio Grosjacques, di Marco Albarello in cabina di regia e dei sindaci Walter Brunod e Alessandro Giovenzi è tantissima per il grande riscontro avuto, venerdì e sabato tutti gli appassionati delle 2 ruote erano incollato al video per capire chi avesse vinto la corsa rosa vista la grande incertezza e il terreno ideale. Proprio Giulio Grosjacques si auspica che in autunno il nuovo governo regionale continui ad investire nello sport e nei grandi eventi come questo: «Il Giro d’Italia è stata un’occasione unica per attrarre visitatori dal mondo intero e non possiamo che essere soddisfatti». Walter Brunod sostiene che «vedere la maglia rosa brillare sotto il Monte Rosa in una giornata così bella e con una folla incredibile è da pelle d’oca, emozioni che non si dimenticheranno per tutta la vita e con una popolazione mobilitata per fare bella figura». Per Alessandro Giovenzi «Dopo la pioggia di 28 anni fa nella tappa che andava a Borgomanero dove non eravamo stati fortunati sabato è stato tutto meraviglioso, uno spettacolo, un mare di folla, interesse per l’evento, sole e una comunità che si è unita per fare conoscere e apprezzare Verrès al mondo intero». Per il presidente dell’Adava Luigi Fosson che raccoglie l’entusiasmo di tutti gli albergatori di Ayas «Eventi come questo hanno una straordinaria forza promozionale e sono tappe fondamentali per fare conoscere la Valle d’Aosta e le sue bellezze».
Grande festa e allegria è stata per la carovana pubblicitaria ed ottime indicazioni anche dalla partenza delle biciclette elettriche e dei grandi ospiti per la partenza del Giro E da Saint-Vincent. Ora qualcuno ha parlato in maniera impropria di ricerca del Giro d’Italia come sede fissa. Il Giro e le grandi corse a tappe non sono la Coppa del Mondo di sci dove si può diventare sede fissa, hanno centinaia di dossier depositati per i prossimi anni con richieste, proposte, percorsi e garanzie economiche (un arrivo costa circa 250mila euro e una partenza circa 100mila) e per ogni edizione le scelte vengono fatte tenendo conto di quale tipo di Giro d’Italia si intende disegnare, delle sedi di partenza che come l’Albania elargiscono circa 8 milioni di euro, oppure dei 6 milioni e mezzo stanziati dalla Regione Piemonte per la Vuelta di Spagna che partirà da Torino con 3 tappe piemontesi ad esempio, dunque l’unica sicurezza è la sede di arrivo finale, che adesso vede di nuovo in concorrenza tra Milano e Roma.
Bisogna comunque investire e credere nella continuità e cercare di avere possibilmente più tappe importanti un anno dopo l’altro, non necessariamente con garantita la continuità. Così come è necessario investire sul ritorno del Tour del France in Valle dopo il 19 luglio 1949 e il 14 luglio 1959 con le firme di Fausto Coppi ed Ercole Baldini ad Aosta. La Vuelta, alla luce della partenza da Torino e dei 3 giorni in Italia, è stata sicuramente un’opportunità persa, però ora godiamoci questa 30esima volta del Giro d’Italia in Valle, un’esperienza da incorniciare, con l’obiettivo di lavorare per rivivere giornate come queste.
Cesarino Cerise