a cura di Isabella Sala indignatavda@gmail.com

Sversare condizionali

Data pubblicazione 12 Febbraio 2025
2 minuti di lettura

Analista politico, l’aostana Isabella Sala
è l’autrice di questa rubrica.

A scuola ci hanno insegnato con pazienza l’uso del congiuntivo e del condizionale, più appropriati in molte situazioni, rispetto all’indicativo. E così ci siamo tutti adoperati con coscienziosità, per rendere i 2 tempi verbali parte integrante del nostro linguaggio comune.

Ma quando si parla alla gente, quando si tratta di comunicazione della crisi, così si chiama il modo di rivolgersi alla cittadinanza per un evento avverso che li ha colpiti, allora i tempi verbali vanno scelti con cura. A me sembra infatti, che in questi casi si dovrebbe usare solo e soltanto l’indicativo “siamo sul posto”, “stiamo monitorando”, “prevediamo il ripristino entro 2 giorni”, “rimborseremo il disagio nel prossimo mese”.

Invece - mi riferisco alla voragine, anche comunicativa, di via Monte Vodice ad Asta - leggo soltanto cose tipo “il tubo dovrebbe essere rimosso”, “il ripristino del manto stradale potrebbe richiedere qualche giorno in più” e mi chiedo: è questo il modo di rassicurare cittadini che pagano l’incuria altrui, di dimostrare che si ha la situazione sotto controllo.

L’unica frase all’indicativo che leggo è questa: “la prospettiva è di fare un deciso avanzamento nei prossimi giorni”, che mi fa pensare al film “Amici miei” con il mitico Ugo Tognazzi.

Ora per tornare a fatti concreti, come avevamo previsto già nelle scorse settimane, visto che il cedimento ha riguardato le fognature, che stanno al di sotto di tutta la rete di tubi e servizi che coprono la via, si è reso necessario rimuovere anche le tubature del gas, che stanno sopra quelle che vanno sostituite perché, ancora non è ben chiaro come, sono collassate sversando acqua putrida in tutte le cantine della zona, rendendo inagibili strada, ascensori e cantine.

Mi rende perplessa leggere dichiarazioni in cui ci si aspetta la gratitudine dei cittadini verso coloro che stanno lavorando per il ripristino. Ma io non credo, posto che la gratitudine sia sempre un gran bel sentimento, che i cittadini debbano mandare mazzi di fiori a chi sta facendo il proprio lavoro, forse perché è costretto a lavorare in emergenza, perché non lo ha fatto bene prima.